“Accogliamo con grande ossequio oggi, qui al Sacrario militare del Montello – ha detto ieri mattina nel suo discorso ufficiale il sindaco di Nervesa della Battaglia, Fabio Vettori -, i bersaglieri staffettisti e il testimone della Staffetta Cremisi della Pace, emblema di un filo invisibile che lega indissolubilmente i nostri Comuni, i nostri paesi, i nostri sacrari, le nostre associazioni combattentistiche e d’arma, con l’unico obiettivo di far sì che il mantenere viva la memoria non sia solo una frase ripetuta retoricamente, quanto piuttosto la reale e sentita consapevolezza del sacrificio che i nostri giovani e meno giovani soldati, oltreché le donne e i civili, vissero nei terribili anni della Grande Guerra”.
La Staffetta Cremisi della Pace, organizzata per celebrare il centenario del Milite Ignoto, ha infatti fatto tappa all’Ossario di Nervesa della Battaglia e a Vittorio Veneto. A Nervesa della Battaglia, ieri, si è ricordata l’esumazione della quinta salma, a quota 186 metri, prelevata proprio dall’Ossario in cui riposano 9.325 soldati caduti e ben 3.226 di questi restano ignoti.
Partito lunedì 18 ottobre dal Colle Isarco, nel Brennero, il pellegrinaggio dei bersaglieri è arrivato oggi, sabato 23 ottobre, all’Ossario di Nervesa per poi raggiungere Vittorio Veneto, e giungerà ad Aquileia giovedì 28 ottobre. Domani saranno al Sacrario di Fagarè e a Conegliano, dove sarà ricordato il raggruppamento ed esposizione delle 6 delle undici salme esumate nel 1921, da cui fu poi scelta (da una donna che aveva perso il figlio in guerra) quella che sarebbe stata deposta all’Altare della Patria a Roma. Le altre dieci furono tumulate nel cimitero della Basilica di Aquileia.
Alla cerimonia erano presenti i gonfaloni (e i relativi sindaci) dei cinque Comuni che hanno aderito all’evento: Nervesa della Battaglia, decorato con Medaglia d’Oro al Merito Civile, Sernaglia della Battaglia, decorato con Medaglia d’Oro al Merito Civile, Montebelluna, decorato con Croce di bronzo al Merito di Guerra, Spresiano e Susegana, e il presidente provinciale Giancarlo Da Tos. Tra loro anche il nuovo sindaco di Montebelluna, Adalberto Bordin, alla sua prima uscita ufficiale in rappresentanza del Comune.
Moltissime le autorità presenti, a partire dal prefetto di Treviso, Maria Rosaria Laganà, associazioni di Nervesa e associazioni d’arma. Hanno partecipato alla cerimonia il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Gianfilippo Magro, il presidente regionale del Veneto dell’Associazione Nazionale Bersaglieri, Antonio Bozzo, il referente provinciale, bersagliere tenente Mauro Cecchetto e il presidente interregionale Nord dei Bersaglieri, Rocco Paltrinieri, oltre ad altre autorità militari, le associazioni combattentistiche e d’Arma di Nervesa della Battaglia e altre associazioni combattentistiche e d’Arma.
A scandire la cerimonia le note della Banda Musicale di Nervesa diretta dal maestro Federico Furlanetto, In appoggio all’organizzazione dell’evento anche il prezioso apporto di Protezione Civile e Croce Rossa Italiana di Nervesa della Battaglia.
La Staffetta Cremisi si sposta nelle tre regioni interessate dall’evento simbolicamente con la “carriola”, una bicicletta del peso di 35 chili, divenuta poi uno dei simboli dei Bersaglieri, grazie all’intuizione di un capitano milanese, Camillo Natali, nel 1898, non senza ostacoli dai vertici militari, in quanto, come ha spiegato il presidente regionale Antonio Bozzo, non era considerato dignitoso che un ufficiale utilizzasse la bicicletta.
La Staffetta porta con sé anche la Campanella della Pace (del peso di circa due chilogrammi), fedelissima riproduzione della grande Campana dei Caduti Maria Dolens di Rovereto che suona cento volte ogni giorno e che fu costruita nel primo dopoguerra fondendo il bronzo dei cannoni delle 19 nazioni partecipanti alla Prima guerra mondiale.
La Campanella della Pace, dal 3 novembre prossimo, sarà conservata al Museo dei Bersaglieri di Porta Pila e sarà consegnata dai tre presidenti regionali di Friuli Venezia Giulia, Trentino e Veneto.
“Questa manifestazione deve essere monito e stimolo per tutti, nel ricordare il sacrificio fatto da migliaia di soldati per consentirci di vivere nel mondo attuale”, ha detto il presidente provinciale dei bersaglieri, Mauro Cecchetto.
Gli ha fatto eco il presidente interregionale Rocco Paltrinieri: “Un evento unico, che rimarrà – ha detto -. L’Europa unita dimostra che tante nazioni possono vivere in armonia tra loro, ma la pace tra i popoli non è per niente scontata anche se non è un sogno a occhi aperti”.
“Il nostro territorio – ha infine ricordato il sindaco Fabio Vettori -, come moltissimi altri, è stato al centro del conflitto, subendo la quasi totale perdita di un patrimonio artistico, culturale, architettonico e urbanistico di inestimabile valore, soprattutto durante l’imperversare della Battaglia del Solstizio, tra il 15 e il 23 giugno del 1918, che qui venne combattuta in tutta la sua crudeltà”.
“Una delle terribili conseguenze, per Nervesa, è rappresentata dal profugato, a cui i nostri concittadini furono costretti pur di vedere salva la propria vita e quella dei propri cari. Il primo conflitto mondiale – ha infine detto il sindaco Vettori – ha lasciato una cicatrice indelebile sul nostro Paese, nel contempo forgiandone le radici e segnandone inevitabilmente il futuro”.
(Foto: Comune di Nervesa).
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