È curioso sapere che “Now I sit me down” è un libro che tratta di… sedie.
L’autore, tra le altre cose del suo particolare studio, distingue chi si accomoda più volentieri sulle sedie e chi invece preferisce il pavimento.
Nel volume è analizzato anche il bisogno sociale di separare il proprio corpo dal suolo quando ci si siede così come vengono riportate le misure delle sedie nella storia: la misura era direttamente proporzionale al potere e l’esempio calzante sono i troni reali.
“In relazione alla sedia va anche ricordato ciò che scrisse sarcasticamente il filosofo francese Michel de Montaigne: ‘Anche sul trono più alto del mondo si sta seduti sul proprio fondoschiena’” inizia l’esperta di Galateo Giuliana Meneghetti parlando delle attenzioni che bisogna avere per sedersi in modo rispettoso ed elegante.
Le buone maniere moderne suggeriscono alle donne di non accavallare le gambe, ma di tenere vicine ginocchia e caviglie, magari inclinandole di lato. Questa posizione discreta non rivela nulla di segreto ed è comoda e femminile tanto che è soprannominata “The Duchess Slant”, la preferita dalla Duchessa di Cambridge.
“La schiena non dovrebbe appoggiare allo schienale così come il mento dovrebbe stare parallelo al pavimento” continua Meneghetti, che spiega che comunque sono accettate anche altre varianti, come portare avanti una gamba rispetto all’altra oppure incrociare le caviglie, ma il divieto tassativo rimane sull’accavallamento delle gambe, sconsigliato anche agli uomini, come mai?
Gli studiosi del linguaggio del corpo lo considerano un gesto seduttivo oppure di autoprotezione. “A questo – spiega Giuliana – si aggiunge anche un significato storico: per i musulmani ad esempio è una postura maleducata perché si rischia di mostrare la suola delle scarpe al proprio interlocutore, un vero e proprio affronto”.
In Europa poi, nell’iconografia medievale, i regnanti erano spesso raffigurati con il piede destro appoggiato alla coscia sinistra: un modo per affermare il potere del re, l’unico a potersi sedere come meglio credeva.
Nel tempo la postura è stata in qualche modo declassata e giudicata scomposta, di strafottenza, addirittura segnalata in uno dei primi manuali di buone maniere dedicato ai bambini, scritto niente meno che da Erasmo da Rotterdam.
(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it