I risparmiatori truffati dalle banche venete rischiano di dover attendere ulteriore tempo per vedersi rimborsare una parte dei soldi persi nel crac di Veneto Banca e Banca Popolare di Vicenza.
Il Coordinamento associazioni banche popolari venete “don Enrico Torta” esprime però il suo totale e fermo dissenso all’ipotesi di un’ulteriore proroga dei termini del Fondo di indennizzo ai risparmiatori, approvato il 28 giugno dello scorso anno in via definitiva dal Senato e presentato come all’interno del “Decreto Crescita”, quindi con le caratteristiche di “necessità e urgenza” ma che per varie ragioni si sta dilungando alle fatidiche “calende greche”.
“Apprendiamo che un centinaio di avvocati ed una, o forse due, associazioni di consumatori, hanno richiesto un’ulteriore proroga al termine ultimo di presentazione delle domande al Fondo Indennizzo Risparmiatori – commenta Andrea Arman, presidente del Coordinamento don Torta -. Siamo fermamente convinti che questa sia una pessima idea. La tribolata legge sul Fir e la sua ancora più tribolata applicazione deve trovare compimento al più presto. Ogni giorno che passa è pericoloso per i risparmiatori! Non dimentichiamoci che questa legge non era voluta da quella parte politica che oggi è al Governo e che ha in mano il Ministero dell’Economia e Finanze e non solo”.
Arman punta poi il dito su coloro che egli ritiene i reali responsabili di questa interminabile Odissea: “Quasi ogni mese la politica e burocrazia ministeriale o quella che da essa dipende, inventa un nuovo adempimento, un ulteriore controllo, un’altra “cartina” da aggiungere alle già troppe, senza però mai affrontare il vero problema: Banca Intesa – San Paolo che ha ritardato la consegna della documentazione necessaria per la domanda al Fir”.
“Lo avevamo previsto già alla lettura della legge e dei decreti attuativi in quanto la norma poneva l’onere a carico di Banca Intesa ma non vi era alcuna sanzione a suo carico nel caso non adempiesse, risultato: a otto mesi e passa dall’apertura delle domande al Fir mancano ancora i documenti da parte di Banca Intesa – sottolinea -. Però, ad essere precisi, il Governo ha preveduto la possibilità di integrare la documentazione successivamente alla presentazione della domanda qualora essa non fosse completa. E poi, sempre in ossequio alla realtà, ultimamente Banca Intesa ha molto velocizzato la consegna della documentazione”.
“Ne consegue che, a nostro parere, la richiesta di proroga sia fuori luogo ed anzi dannosa per i risparmiatori. Con questo non voglio innescare polemica con il centinaio di colleghi avvocati, che ovviamente avranno le loro buone ragioni, ma solo affermare e ribadire, che il Coordinamento Associazioni Banche Popolari Venete “don Enrico Torta”, ovvero quell’associazione che ha condotto, e continua, la più ferma e determinata lotta a difesa del risparmio e della dignità dei Veneti e degli Italiani, è contraria a ogni ulteriore proroga del termine di presentazione delle domande al Fir. Per inciso – conclude Arman – ripeto l’inascoltato mantra che si leva da tutta la società italiana: i soldi servono ora”.
(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
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