La filosofia nell’era del Covid. Ieri sera, venerdì 28 agosto 2020, a Montebelluna il filosofo Umberto Galimberti, già professore ordinario all’Università Cà Foscari di Venezia, è stato il protagonista di una serata dedicata al pensiero e al complicato rapporto tra l’uomo, l’economia, la scienza e soprattutto la tecnica.
La serata, che si doveva svolgere al parco Manin poi dirottata nell’Auditorium Bachelet, ha visto la partecipazione del numero massimo di persone consentito alla sala osservando le misure anti contagio. Organizzato dalla Fondazione Ispirazione nell’ambito della rassegna “I venerdì in famiglia” ideata dall’assessorato alla Famiglia e dedicata al difficile mestiere di genitore, l’incontro con il grande filosofo italiano ha avuto un successo straordinario.
“L’intera rassegna – ha detto l’assessore Claudio Borgia -, iniziata lo scorso anno poi sospesa dal Covid e conclusasi con questa serata, ha vantato la partecipazione complessiva di oltre 1500 persone”.
Il professor Galimberti, definito dal sindaco nella sua introduzione come studioso che ha “un approccio non accademico ma culturale alla filosofia”, ha catturato l’attenzione del pubblico per quasi due ore.
“La filosofia non è nata negli atenei – ha ricordato Galimberti – ma nella piazza, perché è lì dove si potevano verificare le opinioni diffuse”.
“Ero convinto – prosegue il professore – che il lockdown potesse aiutarci nell’iniziare nuovamente a pensare al senso della nostra vita, che fosse un momento di riflessione. Così non è stato. Si sono invece verificati 24 femminicidi in due mesi, che la dice lunga su come spesso siano i rapporti all’interno delle famiglie in una situazione di sostanziale reclusione”.
Rispetto proprio alle restrizioni anche delle nostre libertà personali dovute all’emergenza sanitaria, Galimberti ha sottolineato che “E’ sempre meglio ascoltare la scienza piuttosto che la portinaia, occorre fidarsi di lei”.
E qui è entrato in gioco il rapporto dell’uomo con l’evoluzione tecnologica: “La tecnologia è tuttavia soltanto un mezzo di cui si serve la tecnica per proiettarsi nel futuro. L’uomo è ormai dominato dalla tecnica, che oggi possiede una razionalità mai vista nella storia e a cui necessita il massimo degli scopi con l’impiego minimo dei mezzi. L’uomo, così, esce dalla storia perché è per natura irrazionale. In due settimane di lockdown – prosegue il filosofo – abbiamo osservato come l’economia abbia le gambe d’argilla. Un’economia che per investire guarda alle risorse tecnologiche. La tecnica vede solo il suo autopotenziamento, attraverso la produttività e l’efficienza”.
(Fonte: Flavio Giuliano © Qdpnews.it).
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