Negli ultimi anni la presenza della flavescenza dorata nei vigneti trevigiani è stata soggetta a una recrudescenza sempre più preoccupante: dalla zona di Breganze la malattia delle viti si è spostata nell’area della Pedemontana trevigiana, causando gravissimi danni alle colture. La Confraternita dei Vini Asolo Montello aveva già iniziato a lavorare su questo tema nel 1998, invitando il dottor Michele Borgo, ricercatore nel settore della fitopatologia, a tenere una serata su questo tema.
Dopo quasi venticinque anni, il fine settimana scorso Michele Borgo è tornato davanti ai produttori a Montebelluna, nell’auditorium della Biblioteca, per spiegare le nuove regole per riconoscere, prevenire e combattere le conseguenze della flavescenza. A intervistarlo è stato il Gran Maestro della Confraternita Franco Dalla Rosa.
“I sintomi precoci si presentano a metà maggio e sono molto importanti perché mettono nella condizione di rimediare. Una delle soluzioni fondamentali, la più importante, è quella di togliere. Togliere tutte quelle viti che si ammalano, senza pensarci due volte.
Quello che voglio ribadire è che c’è una strettissima relazione tra quantità di piante ammalate e vettori: quante più sono le infette, tanti più sono i vettori e quindi più è rapida la diffusione della malattia. Se invece ho pochissime viti contagiate nel mio vigneto perché le estirpo completamente man mano, la diffusione sarà lenta e molto più contenuta.
Ci si deve rendere conto al più presto che è necessario intervenire estirpando continuamente le viti malate mentre i trattamenti vanno fatti soltanto con i prodotti autorizzati: ovvero quelli che non lasciano residui e che permettono di avere un commercio estero”.
A questo punto, il dottor Borgo cita il Clorpirifos metile, un insetticida fosforganico che agisce per contatto, ingestione e, in parte, per azione di vapore. “L’uso di questa sostanza non è ammesso in Europa, né in America. Le autorità competenti di consorzi o associazioni di categorie saranno loro un domani a essere ritenuti responsabili per queste scelte.
Occorre invece dare indicazioni tecniche precise su come intervenire fisicamente – continua Borgo, – Non si può andare di corsa in questi casi, bisogna sconfiggere la flavescenza trattando il vigneto esclusivamente con prodotti autorizzati. La cosa migliore è senz’altro trattare la vite d’ora in avanti (da giugno in poi), è il periodo dell’anno ideale, perché sotto la luce del sole gli elementi chimici si degradano più facilmente, assieme a questa malattia”.
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