“Per molte donne questa festa è una presa in giro, un oltraggio, un grande dolore, un’ipocrisia collettiva che si ripete, proprio come una violenza, ogni anno”: parola del dottor Antonio Romeo, assessore alle pari opportunità del Comune di Montebelluna, nonché co-fondatore e membro dello staff tecnico di “Cambiamento Maschile”, uno dei primi sportelli per uomini violenti attivi in Italia.
Il servizio è nato sei anni fa a Montebelluna dalla collaborazione tra il comune e la cooperativa Una Casa per l’Uomo.
L’assessore, forte della sua pluriennale esperienza nel campo, spiega: “I rapporti dell’Istituto nazionale di statistica ci dicono che sono milioni in Italia le donne che subiscono violenza dal proprio marito o fidanzato. Vedo ogni settimana uomini – spontaneamente pochi, i più sono inviati dalle mogli, dai servizi sociali, dal consultorio familiare dell’Ulss, dai carabinieri, dal carcere, dai giudici – che ci raccontano cosa fanno alle loro compagne”.
“All’inizio, quando arrivano, minimizzano, negano e giustificano la loro perdita del controllo con la provocazione da parte femminile – continua Romeo -. Al termine del percorso, dopo circa due anni, riconoscono che, nonostante le provocazioni, potevano reagire con rabbia, anche legittima, ma senza violenza”.
Una considerazione che farebbe ben sperare nella prossima soluzione al problema della violenza di genere, se non fosse che, in realtà, “il problema rimane, perché se noi di Cambiamento Maschile vediamo 100 uomini, le colleghe del centro antiviolenza incontrano un numero doppio di donne”.
I conti, insomma, non tornano e lasciano intuire che molta sia ancora la strada da percorrere perché la donna possa essere davvero amata e rispettata.
Ragion per cui Romeo conclude con un’amara riflessione, lanciando un implicito appello a tutti gli uomini: “Una festa ha senso se ricorda qualcosa di bello, altrimenti si fa una commemorazione, una cerimonia triste per ricordare chi ha sofferto. Ecco, questo dovrebbe significare l’8 marzo: ricordare ai maschi, a quasi tutti, che i fiori testimoniano un sentimento di amore, di complicità, di gioia, di amicizia e di rispetto”.
“Se così non è, tanto vale aspettare il 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Risparmiamo i soldi e non prendiamo in giro nostra moglie, la nostra fidanzata, nostra figlia, la nostra mamma, la collega di lavoro, la sconosciuta che ci passa accanto. Le scuse, a questo punto, vanno ai fioristi!”, conclude l’assessore Romeo.
(Fonte: Sara Surian © Qdpnews.it).
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