Caos Montebelluna, allenatori e società sanzionati. I genitori dei calciatori coinvolti: “Nessuno è stato obbligato, decisione nostra”

Il “terremoto” che ha colpito il Montebelluna Calcio e alcuni allenatori ha lasciato inevitabili strascichi.

La società, due coach del vivaio e l’amministratore delegato erano stati sanzionati e inibiti per tre mesi per aver indebitamente contattato, secondo la Procura federale, dei giovani calciatori dell’Union Feltre per indurli al tesseramento con i biancocelesti.

Ma la reazione non si è fatta attendere e tutti i genitori dei ragazzi coinvolti hanno voluto esprimere il loro punto di vista, spiegando nel dettaglio alcune problematiche che hanno portato a questa decisione della Procura.

“Questa iniziativa – affermano i genitori – non cambia la sentenza, ma si tratta di un atto dovuto da parte di noi genitori nei confronti di chi non ci ha abbandonato, ma aiutato”.

“La voce di un ridimensionamento da parte della società Union Feltre era nell’aria da mesi, visto anche la situazione Covid. – continuano – Noi abbiamo chiesto ai mister se sapevano qualcosa, e loro, molto professionalmente, ci hanno detto che dovevamo aspettare le riunioni che il team a breve avrebbe indetto”.

“Nelle riunioni fatte con noi genitori – dichiarano – a partire dalla fine del mese di maggio 2020 il progetto presentato dalla società feltrina non era valido (tagli a livello economico, riduzione del personale, riduzione campi) e soprattutto la riduzione del servizio pulmini, fondamentale per quelli come noi che vengono da lontano“.

“Solo a questo punto – proseguono – ci siamo rivolti ai mister, che alla fine sono stati sanzionati, che ci hanno consigliato di andare a sentire nel dettaglio i programmi di altre società e di valutare la scelta in base alle esigenze di ognuno. Dopo aver valutato le varie opzioni, quella del Montebelluna ci è sembrata la più adatta per comodità e progetto. Alcuni hanno scelto di andare in altri club, altri ancora di restare a Feltre“.

“La società feltrina – precisano – poi visto il fuggi fuggi di tanti, lo ribadiamo, non solo a Montebelluna, ha ripristinato il servizio pulmino a costi spropositati, che equivale a non darlo, un costo non sostenibile per le famiglie”.

“Nella sentenza si parla di persone che hanno “indotto” i nostri figli, ma al contrario, è stata una scelta libera , facilitata casomai dal progetto presentato dal team del Feltre, che comunque non ci sentiamo di accusare. – affermano i genitori – I mister tacciati di essere millantatori, sono persone per bene, professionali, educatori in campo e fuori dal campo che in un momento di difficoltà hanno fatto sentire protetti e seguiti i loro ragazzi a prescindere dalla casacca indossata“.

Una situazione che ha voluto ribadire come, nonostante la decisione della Procura federale, la voce dei genitori dei giovani calciatori in capitolo possa fungere da chiarimento e “scagionare” i tecnici e società biancoceleste.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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