Pronti, partenza, via! Spediti verso le vie del paese innevate portando con sé l’oggetto che avrebbe fatto passare il pomeriggio assieme in allegria: lo slittino – denominato a Miane “Mus” – o la “Riferava”.
In tanti in paese si ricordano un tempo di spensieratezza e semplicità in cui bastava veramente poco per sorridere. Niente cellulari, poche automobili e tanta voglia di stare insieme, in compagnia dei ragazzi del quartiere. La fantasia in quegli anni era fervida, pronta ad esplodere e lanciare nuove idee creative, a poco prezzo e – come ad oggi si ricerca spesso – “slow e a chilometro zero” per passare quegli attimi di libertà.
La slitta è un mezzo di trasporto con origini antichissime, usata ancor prima dell’invenzione della ruota. Inventata dalle popolazioni nordiche, il suo primo impiego fu per lo spostamento di carichi pesanti, trainata a mano o da animali. In principio la “Mussa”, in dialetto veneto, veniva utilizzata sul terreno e sull’erba per scopi agricoli come portare il fieno, la legna o pietre pesanti. Per lo svago fu necessario attendere fino al 1300-1400 quando vennero inventati il “Mus” e la “Riferava”.
Il “Mus” è un semplice slittino da neve fatto di legno, costruito spesso in famiglia, dal nonno. Due lunghe aste di legno parallele – pattini – frontalmente incurvati verso l’alto e tenuti insieme da traverse su cui è poggiato un piano.
La “Riferava” invece sui pattini presenta una lastra di ferro e si poteva quindi utilizzare sul ghiaccio. “Generalmente il ferro utilizzato era quello della schiena superiore rimasta del ‘Faldin’, utilizzato per tagliare l’erba, consumato”, ci raccontano in paese.
I nonni di Miane ricordano un tempo in cui la strada provinciale 36 – da Combai a Miane – con i primi freddi diventava una vera e propria lastra di ghiaccio. “Partivamo da Miane a piedi trainando, con uno spago posto davanti, la Riferava. Una volta raggiunto Combai, salivamo sul nostro slittino e scendevamo in velocità lunga la provinciale arrivando all’altezza della Latteria Curto. Per fare le curve, utilizzavamo un bastone. Non c’erano automobili, solamente tanta neve e voglia di divertirsi. Con il Mus invece si scendeva a Borgo Concordia, in via Sant’Antonio dove al tempo c’era tantissima neve”.
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