Il luppolo è di casa a Maser: produzioni pionieristiche per un prodotto di nicchia alla Bruscandoi Hops Farm di Mauro Pellizzer

Sono in piena fioritura i lunghi filari di piante alla Bruscandoi Hops Farm, azienda agricola di Maser che, tra le altre tante coltivazioni, si sta specializzando ormai da cinque anni in un mercato che in Italia è più che pionieristico: la coltivazione del luppolo.

Con poco più di 80 coltivatori di luppolo in Italia, è un prodotto dal mercato in enorme espansione, ma che deve competere con i colossi Tedeschi, Americani e Inglesi. Il fine non può quindi essere quello della produzione industriale di puntare a prodotti di altissima qualità contraddistinti da caratteristiche uniche.

Il tutto nasce da un’idea di Mauro Pellizzer, giovane agricoltore di Maser che sperimenta le prime varietà di luppolo proveniente dalle rivali Germania, Inghilterra e America, alla ricerca di quella migliore per i terreni Veneti.

Le coltivazioni sono quindi ancora in una fase di sperimentazione: questi arbusti rampicanti vengono coltivate le specie che teoricamente possiedono quelle caratteristiche specifiche che sono compatibili con la geomorfologia e le temperature dei nostri territori, e vedere se praticamente riescono ad adattarsi.

Il luppoleto viene coltivato seguendo il metodo biologico in cui tutte le piante vengono curate a mano. Infatti, nella Bruscandoi Hops Farm tutto il ciclo produttivo è seguito a mano in quanto in Italia la superficie destinata alla coltivazione del luppolo non giustifica l’impegno economico che richiede l’acquisto dei macchinari specializzati.

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Il luppolo, angiosperma della famiglia delle cannabacee (cugino della nota Cannabis sativa), è una pianta dioica, riconoscibile dal rizoma ramificato dal quale si sviluppano fusti erbacei rampicanti che possono raggiungere i 10 metri di lunghezza.

Si tratta di una pianta perenne e caducifoglia, la cui fillotassi è spesso opposta, con foglie cuoriformi a margini seghettati. Una particolarità della foglia stessa è la presenza di peli sulla pagina superiore, mentre la pagina inferiore risulta resinosa.

Essendo dioica, le piante si dividono in maschi e femmine, in particolare i fiori maschili sono dotati di cinque stami mentre i fiori femminili presentano il caratteristico cono membranoso (luppolo). Le piante femminili non devono essere impollinate affinché si possano utilizzare i luppoli per la produzione della birra.

La particolarità delle infiorescenze femminili è quella di secernere attraverso ghiandole resinose vari composti, come la luppolina. Questa è formata da α-acidi, β-acidi, polifenoli, oli essenziali e una piccola quantità di tannini. Ogni varietà ne produce quantità differenti e variabili, soprattutto a seconda del terruar, proprio come nel vino.

Le varietà più resistenti si trovano spontaneamente nell’Europa centrale e settentrionale, fino ai 1200 metri di quota, resistenti ai climi più rigidi. Rifuggono l’umidità e i terreni la cui tessitura è argillosa, nei quali l’acqua non è in grado di defluire in profondità ma rimane segregata in superficie.

È quindi una grande sfida quella che affronta Pellizzer, in quanto non tutte le varietà si possono adattare all’ambiente Padano e contemporaneamente produrre abbastanza luppolo.

Fortunatamente il terreno di Maser è molto scheletrico, e grazie a sistemi di fertirrigazione a goccia e mirate con concimi biologici le piante consentono una produzione soddisfacente, tanto che vengono già da alcuni birrifici artigianali del territorio.

L’apparato radicale si sviluppa sia secondo un gradiente geotropico positivo che superficialmente in ampiezza: in cultivar è quindi necessario il controllo della lunghezza radicale affinché le piante non entrino in competizione diretta nello stesso filare e tra filari adiacenti.

Le coltivazioni richiedono fitofarmaci permessi dall’agricoltura biologica in quanto sono presenti insetti, come afidi e ragnetti rossi, che si cibano del luppolo; può essere attaccata da funghi come la peronospora per combattere la quale si possono fertilizzare i filari con elementi biologici e concimi fogliari.

Oltre alla più conosciuta produzione di birra, i primi getti del luppolo detti “bruscandoi” vengono utilizzati in piatti come il risotto.  

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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