È un fine 2024 amaro per coloro che conoscevano Beatrice Galeazzi, i quali si sono riuniti oggi pomeriggio nella chiesa parrocchiale di Godega di Sant’Urbano, per darle l’ultimo saluto.
La donna è stata colta da un malore improvviso mentre era al lavoro: un malore rivelatosi fatale, che le ha spento il sorriso prematuramente a 55 anni, proprio la Vigilia di Natale.
Beatrice Galeazzi era nota nel territorio (tra Conegliano, Pianzano e Colle Umberto) per l’attività di panificio-pasticceria “La coccinella”, che gestiva insieme al marito e con il quale aveva formato una famiglia a Godega di Sant’Urbano.
Una passione e un impegno che sono stati ricordati anche oggi, durante la funzione funebre celebrata nella chiesa parrocchiale, così gremita da non riuscire a contenere tutta la gente che ha presenziato alla cerimonia.
Gremito anche il piazzale esterno della chiesa, dove è stato possibile ascoltare la celebrazione funebre dagli altoparlanti posizionati all’ingresso del luogo di culto.
Durante la propria omelia, don Mauro Gazzelli ha ricordato la tenerezza di madre di Beatrice e il suo lavoro che svolgeva con pazienza.
“Siamo in tanti oggi a ricordare lei, la sua vita, il suo sorriso e la sua vitalità, che offriamo a Dio – la premessa fatta dal sacerdote -. Oggi siamo qui per chiedere che Dio prenda Beatrice tra le sue braccia”.
“Pensiamo a quante ore Beatrice ha dedicato al pane, con il sudore e la fatica che richiede – ha proseguito, facendo un paragone con il pane eucaristico -. Oggi Beatrice c’è stata strappata e vogliamo mettere la sua vita nella mangiatoia di Betlemme”.
“Vogliamo anche il pane di vita eterna, per dare una nuova vita ai famigliari – ha continuato -. Dobbiamo capire che c’è una volontà di Dio più grande e chi fa la volontà di Dio, rimane in eterno. La volontà di Dio rimanga in noi che abbiamo amato Beatrice”.
Il sacerdote ha quindi fatto una riflessione sulla fragilità della vita e sulla necessità di “non dover sprecare il tempo che Dio ci dà”. “Dobbiamo tornare consapevoli del fatto che non siamo soli: Gesù ci ama e ci conforta. Dobbiamo quindi amarci di più e non aver paura del male – ha concluso -. Maria stringa Beatrice come mamma e come moglie”.
Sono seguite le parole degli affetti più cari di Beatrice, i quali hanno ricordato la sua generosità e dedizione al lavoro.
“L’unico rimprovero è quello che hai dedicato troppo tempo al lavoro e poco agli svaghi – alcune delle parole lette – Ora preparerei il pane e i dolci con gli angeli“.
La cerimonia si è conclusa con un fragoroso applauso finale. Poi, la bara di legno chiaro, cosparsa di fiori bianchi, è uscita dalla chiesa sulle note del brano “A te” di Jovanotti.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
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