Si è svolto sabato scorso, nella sala consiliare del Comune di Gaiarine, un incontro pubblico intitolato “Dalla parte della libertà” che ha visto protagonista la professoressa Paola Del Din, classe 1923, Medaglia d’Oro al Valor Militare e prima donna paracadutista in Italia.
Tra i presenti il sindaco Diego Zanchetta che ha ringraziato la professoressa, le Forze dell’ordine e il numeroso pubblico presente in sala. Ha presentato l’incontro l’assessore Michele Gottardi.
La donna, nata a Pieve di Cadore il 23 agosto 1923, figlia del capitano degli alpini Prospero Del Din, decorato nella prima Guerra mondiale, l’8 settembre 1943 entrò nelle file della Resistenza, insieme al fratello Renato.
Egli sfortunatamente cadde durante una temeraria azione contro una caserma nazifascista e per tale impresa gli venne conferita la Medaglia d’Oro al Valore Militare.
Paola Del Din assolse a numerosi incarichi in onore di quest’ultimo come staffetta e informatrice fino a che non raggiunse gli alleati a Firenze, portando con sé importanti documenti.
Partì in seguito per la Puglia dove fece un corso di paracadutismo per poter
tornare più facilmente al nord, ancora occupato dai fascisti, per poi alla vigilia della Liberazione farsi condurre in aereo fino in Friuli. Qui segnò la storia del paracadutismo italiano, fu infatti la prima donna ad effettuare un volo militare.
Dopo la Liberazione, vinta una borsa di studio, si diresse negli Stati Uniti dove conseguì il titolo di “Master of Arts” e si dedicò all’insegnamento in Italia. Nel 1957 ricevette la Medaglia d’Oro al Valor Militare, massimo riconoscimento per il suo impegno alla libertà e pochi giorni fa ha ottenuto, durante la festa della Repubblica, l’onorificenza di Gran Ufficiale della Repubblica Italiana.
Nel suo discorso la staffetta ha sottolineato la necessità della Resistenza, di come in quegli anni fosse importante reagire a quanto stava avvenendo per far finire la guerra e portare la pace.
I bombardamenti avevano bloccato le vie di comunicazione e il solo viaggiare per recarsi all’università era pericoloso, si rischiava di essere coinvolti in un bombardamento o di non arrivare alla meta a causa delle linee ferroviarie interrotte o distrutte. La situazione era uguale per tutta l’Italia.
Quando morì il fratello, nessuno sapeva chi fosse e perciò gli venne fatto un funerale ignoto. Sarà solo in seguito che la signora scoprirà di chi si trattava, ma per lei fu difficile comunicare la notizia alla madre.
Il suo lancio col paracadute è stata una necessità del momento e quindi l’ha fatto senza troppe preoccupazioni – ha raccontato – non rendendosi conto dell’eccezionalità dell’evento. La sua missione era arrivare al nord, e il suo passato da ginnasta l’aiutò in tale impresa.
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