L’italiano, tra tradizione e futuro. Il presidente dell’Accademia della Crusca: “Consapevoli della storia e aperti alle novità”

Paolo D’Achille ospite a Fregona

Un affascinante viaggio nella storia della lingua italiana, nel segno dei Legami. “Regista” d’eccezione Paolo D’Achille, linguista e presidente dell’Accademia della Crusca, che ieri domenica è stato ospite della giornata conclusiva di Fregona Borghi e Natura.

Al Centro sociale di Fregona, davanti a una platea attenta e interessata, l’insigne docente romano – che ha visitato anche il campanile del paese e si è detto “piacevolmente colpito dalla gentilezza delle persone e dalla bellezza dei luoghi” – si è soffermato sui rapporti dell’italiano con la propria tradizione letteraria e con altri sistemi linguistici.

“Per la lingua italiana, i legami sono stati molti importanti – ha osservato D’Achille -: essa non ha interrotto il rapporto con la tradizione medievale, ha sempre presentato una ricchezza di dialetti e un assetto policentrico. L’Italia è stata peraltro luogo di accoglienza di popolazioni giunte attraverso le Alpi e via mare”.

Il presidente dell’Istituto con sede a Firenze ha ripercorso le tappe fondamentali della storia della lingua italiana che ha individuato nel veneziano Pietro Bembo una figura fondamentale: “Impose con la forza della visione aristocratica il modello del fiorentino del Trecento, e in particolare Boccaccio, nella lingua della cornice del Decameron, per la prosa, e Petrarca per la poesia, sancendo così la matrice fiorentina dell’italiano”.

“La nostra lingua – ha proseguito ancora D’Achille – ha trovato una stabilizzazione con la nascita della stampa, presentando però due particolarità: innanzitutto, è stata la cultura, prima della politica, a unificare il paese; inoltre, mentre le altre lingue moderne sono molto diverse dalle relative lingue antiche, tanto che i testi medievali risultano poco comprensibili, nel caso dell’italiano possiamo quasi dire di parlare ancora la lingua di Dante”.

Il relatore ha rievocato le vicende dell’Accademia della Crusca – che pubblicò il primo vocabolario monolingue italiano nel 1612 – e ha analizzato i legami dell’italiano con la tradizione del latino, molto presente, del fiorentino antico e degli altri sistemi linguistici, a partire dal francese fino al più recente influsso dell’inglese.

Il futuro della lingua italiana? “L’Accademia della Crusca – ha affermato D’Achille – è molto sensibile alle esigenze dell’italiano di oggi, aperta alla neologia e al contatto internazionale, ma anche cosciente della forte tradizione e autorevolezza della lingua scritta”.

Rispetto al contesto globalizzato in cui anche l’italiano si trova a operare, D’Achille ha auspicato che nel nostro Paese si realizzi una “politica linguistica saggia, non fatta di slogan, ma tesa a rendere la consapevolezza della forza dell’italiano sul piano interno e internazionale, affinché possa avere ancora uno spazio significativo”.

(Autore: Beatrice Zabotti)
(Foto e video: Beatrice Zabotti)
(Articolo, foto e video di proprietà di Dplay Srl)
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