La storia del paese attraverso lingua e toponimi: “Così ritroviamo la nostra identità”

La storia di Fregona attraverso lingua e toponimi

“Ciò che conserva le nostre radici e che ci lega inestricabilmente con il passato è la lingua: essa rappresenta l’elemento comunitario che, pur cambiando, dura più a lungo nel tempo”.

È questo il messaggio da cui ha preso le mosse l’incontro di sabato 7 settembre, dal titolo “Origine e storia dei nomi di luogo del comune di Fregona”, all’interno della kermesse “Fregona Borghi e Natura”.

L’evento si è svolto nel cortile di via Borgo Mas, e ha ospitato gli interventi di Francesco Colomberotto, studioso di toponomastica, e Pier Franco Uliana, poeta e scrittore originario di Fregona.

Colomberotto ha tracciato un percorso attraverso i nomi dei luoghi della Sinistra Piave, partendo da quelli “la cui origine è legata alla morfologia e alle caratteristiche del territorio, come Valdobbiadene, Combai – “posto alla sommità della valle” – Cison di Valmarino, Revine Lago – dal latino ruinis, ad indicare le rovine di un antico paese cancellato da una frana – Serravalle – “che chiude la valle” -, Colle Umberto, Fontigo, Refrontolo, Vidor, Bosco, Collalto”.

Lo studioso si è poi soffermato sui “toponimi prediali, ovverosia quelli che riguardano la proprietà di un territorio, come nel caso di Moriago, da Maurilius”. “Numerosi – ha osservato Colomberotto – i luoghi che legano il loro nome alla cristianità: Santa Maria, San Pietro di Feletto, San Michele, Col San Martino, Pieve di Soligo – dove si era formata una comunità cristiana primitiva -, San Fior, San Vendemiano, Santa Lucia di Piave, e anche il Passo San Boldo”.

Pier Franco Uliana, poeta e scrittore originario di Fregona, ha individuato “nel 580 d.C. una profonda cesura per il territorio della Sinistra Piave: fu colpito da una serie di bombe d’acqua e da conseguenti frane e smottamenti, che stravolsero l’idrografia e la morfologia dei paesi, e quindi anche la toponomastica”.

“Fregona rappresenta un caso senza eguali nella zona – ha osservato Uliana – con una lunga storia di civiltà agricola che parte dal 400 d.C. e che ha sempre mantenuto un intenso rapporto con il territorio circostante, anche con la zona montana”.

“Il dialetto di Fregona – ha osservato – assomiglia infatti molto a quello della montagna, perché numerose parole derivano dall’incontro con la gente dell’Alpago. Studiare la lingua e le sue origini significa dunque ritrovare la storia e l’identità di un luogo e della sua comunità”.

“Qui (a Fregona ndr) nomi antichissimi si uniscono a termini più recenti – ha detto ancora Uliana –: molti legano la loro origine a piante e animali, elementi con cui i fregonesi hanno convissuto a lungo”.

Da dove deriva il termineFregona”? “Il toponimo Fregona deriva probabilmente dalla mescolanza di due nomi – ha spiegato Uliana –. È di tipo prediale perché si può ricondurre un antroponimo germanico, Fridrich “Federico”, antico proprietario del territorio, e poi questa origine si è contaminata con il nome del torrente Friga”. Uliana ha escluso l’ipotesi – paraetimologica – “della derivazione dal latino frīgŭs “freddo”, “fresco”, con suffisso”.

“Attraverso una passeggiata per i borghi e i sentieri del paese – ha affermato il poeta – si può ripercorrere la storia della comunità”. Solo per citarne alcuni: “Il termine Vizza, affluente del Carron, è longobardo e individuava un ciuffo d’erba oltre il quale non bisognava tagliare; ‘Bordon’ indica il confine tra le comunità di Fregona e Osigo, mentre ‘Rui’ l’incontro di tanti ruscelli; ‘Cozzole’ deriva dal latino, ‘piccola roccia’”.

“Il termine romano per indicare il Cansiglio – ha spiegato Uliana – è andato perduto, ma sappiamo che successivamente era una proprietà ‘collettiva’ che il vescovo di Belluno affidava alla comunità di Alpago. Il ‘Bus de la Lum’, foiba riconducibile a un fenomeno carsico, trae il suo nome dai fuochi fatui generati dalle carcasse delle pecore decedute in una moria eccezionale del 700”.

(Autore: Beatrice Zabotti)
(Foto: Qdpnews.it)
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