Grande affluenza e tante emozioni ieri, domenica 19 giugno, all’inaugurazione del nuovo centro polifunzionale a Farrò. Ci sono voluti due lunghi anni di duro lavoro in piena pandemia per riuscire, finalmente, a realizzare un sogno per il Comitato festeggiamenti di Farrò, La Bella e Pedeguarda: una struttura sicura per tutta la comunità follinese.
Un investimento di 310 mila euro con Banca Prealpi SanBiagio e un contributo di 115 mila euro dato dal Comune per riuscire a realizzare questa struttura. Inoltre è stato dato un aiuto gratuito da tutta la comunità e da aziende esterne.
Presenti all’inaugurazione molte figure di rilievo tra cui il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà, il sindaco di Follina Mario Collet, il vescovo di Vittorio Veneto Corrado Pizziolo, l’onorevole Angela Colmellere, i consiglieri regionali Alberto Villanova e Tommaso Razzolini. Presenti inoltre gli Alpini e la Banda di Valdobbiadene.
“Un sogno che si realizza – ha affermato Luca De Conto, presidente del Comitato festeggiamenti -. Ringrazio l’amministrazione comunale, Banca Prealpi SanBiagio che ci sostiene continuamente credendo in noi, il comitato e i volontari, Sara e Sebastiano, tutte le ditte che hanno lavorato per la realizzazione di questo nuovo centro, tutti gli sponsor e le aziende che hanno offerto gratuitamente i loro prodotti per il rinfresco”.
“Siamo partiti con un progetto assieme a don Eugenio che ci stimolava – ha continuato – nel 2018 abbiamo demolito la ‘Baracca’ e iniziato i lavori nelle difficoltà della pandemia, che non ci ha mai spaventati. Abbiamo bisogno dell’energia dei giovani e della sapienza dei meno giovani: in consiglio abbiamo ragazzi di 22 anni ed “esperti” di 75. La sagra inizia il 3 luglio quindi dico a tutti i presenti, giovani e non, chi vuole tornare o venire a vedere come funziona all’interno del comitato, chi ha voglia di lavorare e sporcarsi le mani per gli altri, come diceva don Eugenio, che il comitato è aperto e pronto ad accogliervi. C’è bisogno dell’aiuto di tutti”.
“Abbiamo deciso che era il momento di fare questo cambiamento e di darsi da fare per costruire una nuova sede – ha aggiunto Saverio Andreola, vicepresidente del Comitato – Siamo partiti 10 anni fa con l’aiuto di don Eugenio che ci ha spinto ad iniziare i lavori. Per la scelta dell’aiuto economico ci ha aiutato il nostro ex segretario Mario Naibo, che ci ha seguiti e aiutati fin dall’inizio. Questa sede deve essere a disposizione di tutti non solo per fare feste e sagre, ma deve diventare anche una sede culturale con mostre e corsi di vario genere. Inoltre vorremmo sistemare bene il parco giochi e tutta l’area esterna”.
“Ringrazio per l’entusiasmo e l’impegno che avete sempre dedicato alla comunità – è intervenuto Collet rivolgendosi al Comitato festeggiamenti – le iniziative da voi proposte e portate avanti con costanza animano il nostro paese e hanno sempre riscosso il consenso di grandi e bambini. Uno strumento prezioso per la salvaguardia delle tradizioni e la promozione del nostro territorio”.
“Sono orgoglioso di tutti voi – ha continuato – perché la pandemia non vi ha fermati né scoraggiati, avete proseguito il vostro progetto di costruire una struttura fissa, sicura e un punto di riferimento per chi vuole partecipare attivamente alla vita della collettività. Oggi il vostro sogno diventa realtà. Le associazioni sono una ricchezza per il tessuto sociale e un valore aggiunto per la crescita e lo sviluppo della comunità. Il compito delle istituzioni è quindi quello di proteggerle, tutelarle e incoraggiarle”.
“Mi rivolgo ai più giovani – conclude – chi vi ha preceduto vi ha lasciato un testimone importante, un investimento per il vostro domani e abbiatene cura perché questa sarà la casa di tutti. Continuate ad impegnarvi per continuare a far crescere ciò che oggi vi stiamo consegnando. Auguro a tutti voi che questo nuovo centro ospiti tanti sorrisi, risate e tanta voglia di stare assieme”.
“Queste piccole parrocchie – ha detto il vescovo Pizziolo – per certi aspetti sono più vive di altre perché capiscono che mettersi insieme, costruire una comunità, essere uniti fa vita, socialità ed esperienza religiosa. Questo sforzo di unire le risorse creando luoghi di incontro e socialità è una cosa bella, da favorire. Non ci preoccupiamo solo di andare in chiesa, ma manteniamo viva la comunità cristiana anche attraverso queste forme che favoriscono i legami”.
“È un momento in cui la comunità si rafforza con tutti voi presenti – ha aggiunto il ministro D’Incà – . È un grande esempio questo: il volontariato assieme all’aiuto delle imprese del territorio ha trasformata una struttura che era denominata ‘baracca’ in una sala polifunzionale durante un periodo difficile come quello della pandemia. È il centro della comunità assieme alla parrocchia“.
“Dopo il periodo della pandemia ci troviamo un po’ nell’individualismo – continua – al contrario, Farrò dà un esempio grande perché la comunità ha reagito alle difficoltà ed è capace di portare avanti princìpi solidi e grandi valori per tutti noi. Queste strutture rappresentano il futuro, l’idea di una comunità che guarda le prossime generazioni e io sono felice di esserci quando insieme si guarda al futuro”.
“È bello vedere così tante persone raccolte qui oggi per riscoprire il senso della comunità – ha aggiunto Colmellere -. Questa struttura è una casa in cui verrà fatto e costruito del bene non soltanto tramite le feste ma anche con l’educazione del bello, delle arti e della cultura. L’evoluzione del mondo passa dal bello che troviamo in molte forme, partendo da noi stessi. Queste azioni che sono state realizzate ci fanno capire il senso e il valore del dono, la comunità siamo tutti noi”.
“Per impegnarsi, in questo periodo – è intervenuto Villanova – per una cosa del genere bisogna avere coraggio e amare la propria comunità. La cosa più bella di questo Comune sono queste persone che lavorano per la comunità e che la fanno sempre più bella”.
Razzolini ha aggiunto: “Un’associazione funziona se è eterogenea, quindi avere dei giovani che lavorano e fanno attività è fondamentale se vogliamo dare un futuro a tutto questo”.
“Credo che il compito di una banca – ha detto Carlo Antiga, presidente di Banca Prealpi SanBiagio – oltre a dare una mano all’economia locale sia anche quello di essere presenti in maniera forte all’associazionismo. Bisogna dare merito alle associazioni forti, che creano e danno spazio consistente a quello che è il bisogno di fare comunità. Contribuire sostanzialmente per uscire da questo clima e mondo claustrofobico che la pandemia ci ha portato. Questo è un presidio di comunità dove si va per stare insieme, è il vostro libro tutto da scrivere”.
“Gli Alpini compiono 150 anni dalla fondazione del corpo – le parole di Francesco Introvigne, presidente della sezione ANA di Vittorio Veneto – Sono presenti e fanno parte della storia del nostro Paese, ci sono e ci saranno finché avranno risorse umane. Noi daremo il nostro contributo finché avremo le possibilità”.
Dopo il taglio del nastro, è stata scoperta la targa in memoria di Mario Naibo, collocata all’interno del centro polifunzionale. Naibo, morto durante il lockdown, aveva preso parte all’inizio dei lavori del centro polifunzionale ed era molto attivo nella comunità: segretario del Comitato festeggiamenti Farrò, La Bella e Pedeguarda, cassiere del gruppo alpini di Follina, ex segretario della Follinese Calcio e negli anni Settanta consigliere comunale.
Un momento di commozione generale, annunciato in lacrime da De Conto: “Lo scorso anno abbiamo perso un grande amico. Era importante per il comitato e quindi abbiamo deciso di affiggere una targa all’interno per lui“.
“Credo che qui oggi ci sia anche il nostro caro Mario Naibo – ha proseguito, commosso, Collet – che ricordo con affetto e gratitudine per la competenza, la pazienza e la dedizione con cui ha sempre seguito gli aspetti più delicati e noiosi della gestione della burocrazia. Ci sta sorridendo da lassù probabilmente commosso, quanto lo sono io, anche don Eugenio che ha condiviso fin dall’inizio il nostro e il vostro percorso e che sono certo vi abbia trasmesso valori cardine per una società sana come la solidarietà e l’altruismo. Ci ha insegnato cosa vuol dire far parte di un’associazione di volontariato: apertura verso l’altro, comprensione e sacrificio”.
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