Il “Landro de la guera”, da postazione militare a luogo di preghiera e pace

Lo scoprimento della statua
Lo scoprimento della statua

Il passo di Praderadego, zona strategica sin dall’epoca romana, è sempre stato una fondamentale via di passaggio per i collegamenti con il Nord Europa.

Situato a 900 metri di altitudine, e dunque proprio per la sua posizione strategica, Praderadego durante il Primo conflitto mondiale è diventato una importante postazione militare.

Quello che è conosciuto dai follinesi come “Landro de la guera” (antro della guerra) è una grotta naturale utilizzata dai soldati dell’esercito austro-ungarico. Per tradizione e memoria popolare è riconosciuta come zona testimone di tragici eventi bellici, che conferiscono alla grotta stessa una forte valenza di sacralità.

Per i forti valori storici e simbolici del luogo, e allo scopo di ricavarne un rifugio per la meditazione e la preghiera, il gruppo Alpini di Pieve di Soligo, in collaborazione con l’architetto Bruno Dal Col, ha recentemente avviato lavori di pulizia e manutenzione dell’intera area, che, grazie alla disponibilità del proprietario del fondo Angelo De Mari e alla generosità di Valentino Moro, è ora consacrata alla memoria e alla devozione.

L’artista è intervenuto nell’opera di riqualificazione, delimitando l’area che accoglie la statua della Madonna, così da creare una sorta di recinto sacro al cui centro sorge l’icona mariana.

A fare da basamento alla statua, una lastra in ferro, che mostra un taglio: in realtà si tratta di un crocifisso stilizzato. A terra, di fronte a Maria, un catino in ferro, simile ad un’acquasantiera, raccoglie l’acqua che scende dalla roccia.

Il bacile si trova in linea con il terzo elemento scultoreo, sempre in ferro: un inginocchiatoio la cui forma rimanda al tronco di un albero, da sempre al centro della poetica di Valentino Moro.

Ieri mattina si è svolta la cerimonia di inaugurazione e di benedizione della grotta alla presenza del cardinale Beniamino Stella, il quale ha testimoniato la sua stima per la preziosa opera degli alpini.

“Un antro destinato a diventare simbolo della pace e della fratellanza”, ha ribadito nel suo intervento Albino Bertazzon, capogruppo degli Alpini di Pieve di Soligo, esprimendo la sua gratitudine per il lavoro di Valentino Moro, l’artista “amico delle Penne Nere”, del quale è stata elogiata la generosità.

Erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Pieve di Soligo Stefano Soldan e la sindaca di Follina Paola Carniello, che si è rallegrata per il bel lavoro svolto e per il forte impatto emotivo e spirituale del luogo.

Un forte richiamo alla pace e alla fratellanza è venuto dal cardinale Stella: “Nella giornata dedicata ai nostri cari defunti – ha detto – non dobbiamo dimenticare il sacrificio di quanti hanno donato la loro vita nelle due Guerre Mondiali. Oggi più di sempre, con i conflitti alle nostre porte che provocano tanta distruzione e inutile sofferenza, è imperativo invocare il dono della pace. Non un’utopia, ma un traguardo, una meta di vita che dobbiamo cercare nel quotidiano, prendendo ispirazione dagli ideali di vita dei Vangeli e mettendo in campo giustizia e mitezza, perché dove c’è bontà e giustizia, c’è felicità”.

(Autore: redazione Qdpnews.it)
(Foto: Comune di Follina)
(Articolo di proprietà di Dplay Srl)
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