Le elezioni amministrative di Farra di Soligo si avvicinano ma il punto nodale da cui dipenderà il loro esito ed il futuro del nuovo sindaco continua ad essere soltanto uno: la ventennale questione delle aree Pip di Col San Martino e Soligo. I tre candidati sindaci dovranno inevitabilmente affrontare quest’impegnativo ostacolo per dare una svolta alla politica farrese, condannata a versare 9 milioni di euro agli espropriati entro il 20 giugno prossimo. L’amministrazione uscente, guidata dal sindaco Giuseppe Nardi, durante il consiglio comunale di lunedì scorso, 29 aprile, ha espresso chiaramente la sua posizione: tentare fino all’ultimo di arrivare ad una trattativa bonaria con espropriati e lottizzanti, nessuna volontà di contrarre un mutuo per pagare i 9 milioni, poiché si darebbe origine ad un debito fuori bilancio.
Ieri il legale degli espropriati, l’avvocato Primo Michielan, ha affermato che, dall’udienza del gennaio scorso, non gli sarebbe pervenuta nessuna nuova proposta economica dal Comune di Farra di Soligo e che i suoi assistiti non sarebbero mai stati convocati dal sindaco per arrivare ad un accordo risolutivo con offerte serie e tempistiche certe; tanto più che la maggior parte degli espropriati desidera ricevere quanto le sentenze hanno già stabilito.
Immediata la replica odierna del sindaco Giuseppe Nardi (nella foto): “Ci tengo a puntualizzare, e ne ho prova scritta, che l’Ente a mezzo del suo legale, già nel novembre scorso, ha indirizzato una proposta di definizione all’avvocato degli espropriati e dopo di allora, a giudizi di ottemperanza celebrati, il legale del Comune ha tentato un nuovo abboccamento con l’avvocato degli espropriati. Invano, però, perché costui ha rifiutato un incontro dicendo di voler aspettare qualche tempo”.
“La partita è certamente complicata – conclude Nardi -, la nostra amministrazione l’ha ereditata ma ogni strada è stata e verrà esplorata fino all’ultimo per definire, accontentando tutti quanti, espropriati compresi. Infine, ci tengo a puntualizzare, ed è un messaggio che indirizzo direttamente agli espropriati, che ove fosse raggiunto l’accordo “sui numeri”, l’amministrazione potrebbe essere in grado di pagare quanto concordato nell’arco di 3 o 4 mesi, tempi che non potranno certamente essere assicurati dal commissario ad acta”.
(Fonte: Luca Nardi © Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
#Qdpnews.it