“Piave Piave”, le Grave di Ciano teatro del videoclip della band Do’storieski: il gruppo dedica una canzone al fiume sacro alla patria

Le Grave di Ciano del Montello, area incontaminata della Piave, sono state teatro del videoclip della band Do’storieski: la canzone “Piave Piave” è stata dedicata al fiume sacro alla Patria e alla sua tutela.

Proprio per questo motivo il gruppo ha rivolto un appello alle popolazioni rivierasche invitando tutti a partecipare numerosi. Anche il Comune di Crocetta del Montello si è unito, ricordando la battaglia contro il progetto regionale riguardante le casse di laminazione che vedrebbero interessata proprio l’area delle Grave.

La band, nata nel 2011 dalla collaborazione di Leo Miglioranza e Alberto Cendron, è molto attiva su temi impegnati e ha vinto anche il premio Amnesty 2016 con la canzone “Tuto a contrari” contenuta nel loro album “Disintegrati”.

“Lo spunto per una canzone dedicata alla Piave – spiega Leo Miglioranza – è partito dall’attenzione che dall’inizio abbiamo avuto per il tema ambientale, dall’ennesimo sguardo su quanto ultimamente ci preoccupa sempre di più. Stavolta ci siamo soffermati sulla Piave, fiume emblematico e vitale per la nostra terra, gran parte del Veneto, sacro alla patria e meraviglioso in ogni sua parte. Il pezzo è nato da una frase, quella centrale, che poi è diventata il ritornello: “Oh, Piave Piave, no ghe se pì ave, no avemo pì e ciave, ciavài se gavemo e qua no podemo ciavarsene pì”. Le api, come si sa, rappresentano lo stato di salute del pianeta, non abbiamo più la chiave per uscire da questa situazione, ci siamo fregati da soli con il nostro egoismo, il pensare solo al nostro cortiletto con una politica che rischia di essere solo contabilità, che pare non voler cercare soluzioni rispettose verso la morfologia del Piave e del suo naturale alveo”.

Il tema ambientale è sulla bocca di tutti, la politica ne parla ma la situazione sembra in costante peggioramento: “La situazione mondiale non fa sperare – continua Miglioranza – temo per il pianeta. Io sono pessimista: l’uomo, con la presunzione di essere la più intelligente specie animale del mondo, ha dimostrato di esserne invece la peggiore, la più ignorante poiché per niente lungimirante. Il grande poeta Andrea Zanzotto decantava il Piave e traeva ispirazione proprio da quella parte sulla quale mi soffermo nella canzone “tra el Montel e le Pianezze” cioè quella interessata dalla costruzione delle casse di espansione.

Gino Rossi, in una lettera di quando abitava sul Montello, parla anche lui proprio di questa parte del fiume come luogo meraviglioso. Chi, con l’arte, ha la capacità di toccare le corde intime dell’animo umano deve decantare a piena voce la bellezza della natura dei luoghi che ha intorno.

Più in generale, tutti dovremmo partire da noi, dal nostro piccolo, perché ogni gesto, ogni accortezza sono importanti, e soprattutto si deve partire dalle scuole con una sensibilizzazione mirata sull’argomento”.

Quando si scrive una canzone si condividono timori, speranze, sentimenti, angosce e utopie: “Proponemmo “Piave Piave” in una serata musicale proprio inerente al tema delle famigerate casse di espansione – conclude Miglioranza – ebbe un grande consenso dal pubblico presente e la regista Maria Conte, che la registrò, ci disse che sarebbe stata perfetta per diventare l’inno di tutti quelli che stanno combattendo contro la costruzione del mega ecomostro, enorme evitabilissima opera dai costi esorbitanti e così impattante a livello ambientale. Non sappiamo se la canzone possa contribuire a far cambiare idea quanti hanno deciso di farla ma certo è stata già adottata dalle associazioni e dai Comuni come un canto pieno di orgoglio, consapevolezza e amore per il fiume e quella sua parte che va dalle Grave fino all’Isola dei morti che rischia di essere rovinata per sempre. Ci sono soluzioni alternative possibili, basta cercare sinergia e collaborazione tra tutti i comuni toccati dal fiume e la presa di coscienza di cosa stiamo perdendo”.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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