Se la parte più elegante della tradizione agricola è l’elemento più usato dalle cantine per costruire il proprio brand storytelling, Villa Sandi ha voluto fare un passo oltre e tessere il racconto del proprio operato in modo più contemporaneo: è di questa settimana la presentazione alla stampa di una nuova installazione artistica nelle suggestive gallerie dove vengono custodite le migliori bottiglie, d’ora in poi visitabile per gli ospiti della cantina.
Le cantine sono state tra le prime realtà dell’Alta Marca Trevigiana a percepire la necessità di imparare a raccontarsi meglio. Già da tempo, oltre i cancelli del noto parco di Crocetta del Montello, il brand Villa Sandi viene raccontato ai suoi ospiti e clienti attraverso visite guidate e per mezzo di varie attività esperienziali, che mettono il mondo del vino a stretto contatto con la storia e con i vari temi che compongono il paesaggio.
Frutto di una sinergia con la Fondazione Ca’ Foscari di Venezia e con D20 Art lab, “Time reflections” fa parte di un progetto più ampio creato su misura per Villa Sandi da un team chiamato Aiku – Arte Impresa Cultura e Cultura, formato da professionisti, artisti ed esperti del racconto teatrale.
Nel concreto si tratta di un’installazione audiovisiva proiettata nella sezione più iconica delle gallerie dove vengono custodite le bottiglie. Un gioco di luci, immagini, suoni e movimenti che interpreta il tempo di vinificazione e i lenti processi che interessano la maturazione del prodotto e la sua distribuzione.
Un’installazione d’arte contemporanea che guarda all’esperienza dei turisti del futuro, ma tiene conto del passato nella sua formulazione: specialmente il suono, per esempio, si compone soltanto di voce umana e archi, ovvero gli strumenti più antichi sin da quando i primi cacciatori rintoccavano le corde dei propri archi.
“All’inizio la villa era chiusa al pubblico, poi diversi anni fa abbiamo compreso le sue potenzialità. Abbiamo abbinato il mondo del vino e l’arte della villa veneta per i visitatori ed è stato un successo – ha affermato Giancarlo Moretti Polegato durante la conferenza stampa – Parliamo di ospitalità ma abbiamo bisogno di formazione: la modalità che funziona meglio a livello turistico è ancora il passaparola. Chi ritorna, deve farlo con entusiasmo”.
A introdurre gli obiettivi del progetto sono stati Aurora Zambello, Martina Pin e il professor Fabrizio Panozzo della Fondazione Ca’ Foscari, che hanno parlato che il progetto è stato influenzato da una sorta di contaminazione tra visioni artistiche, dal contesto dove ha sede l’azienda e dal lavoro portato avanti con l’ufficio marketing di Villa Sandi.
“Quando siamo entrati e abbiamo visto queste bottiglie abbiamo capito che succede un processo invisibile allo sguardo: abbiamo capito che la destrutturazione delle bottiglie durante quella trasformazione è qualcosa di magico”.
“Il progetto che abbiamo pensato è modulare nel tempo” spiegano i professionisti del D20 Art lab, tra designer del suono e delle immagini in movimento. Oltre alla presenza dell’installazione, per il progetto era fondamentale comprendere anche come raccontarla al meglio: per questo sono stati coinvolti nel progetto anche Gianni Bozza e Loris Contarini di Teatro d’Impresa, che hanno tenuto dei corsi di formazione al personale della struttura, che d’ora in poi trasmetterà al meglio il perché dell’installazione al pubblico.
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