Un corridoio di sguardi sul Piave, con un lieve sottofondo d’acqua che scorre, e i ricordi di Andrea Zanzotto che riaffiorano lenti nelle sfumature dei panneggi: un’atmosfera, questa, che la mostra di Fiorenza Serrajotto, “Dentro il paesaggio: sguardi, echi e memorie dalla poesia di Andrea Zanzotto” è in grado di evocare nelle stanze sontuose di Villa Ancillotto, a Crocetta del Montello.
Insegnante in varie scuole della sua città, Montebelluna, l’autrice ha detto di portare con sé, nella trasposizione artistica, anche l’ispirazione e le idee di diverse generazioni di alunni, specialmente ha ricordato la comunità di Contea, dove ha insegnato negli ultimi anni del suo servizio.
Nelle opere, quasi una novantina nel lungo percorso artistico predisposto dalla curatrice, Elena Volpato, si distingue un periodo iniziale, varie sperimentazioni “di luce” e poi la scoperta della tecnica dell’oro, appresa da un artigiano locale, rimasto tra i pochi doratori del territorio. L’autrice è solita dipingere i bozzetti direttamente sul posto, sull’argine del Piave o lungo i sentieri o davanti gli scorci che descrive.
I temi sono sempre legati alla natura e alla tradizione, ma evocano scenari onirici che, combinati alla poetica di Andrea Zanzotto (selezionata dal professor Egidio Bolzonello) e a brani, sottofondi musicali eseguiti dal liceo Renier di Belluno, ricreano esperienze caleidoscopiche.
“Il paesaggio per Andrea era qualcosa di mutevole, ma capace di far rivivere i ricordi – spiega l’autrice, che ha avuto l’occasione di incontrarlo – anche lui si è battuto per il nostro territorio. Per quanto riguarda il mio lavoro, in tanti anni ho avuto degli splendidi maestri, tra i quali Ottorino Stefani, ma sono riuscita a vivere tra le Colline dell’Asolano il fermento culturale di Milano.
Ho rubato con gli occhi la capacità di questi maestri e poi ho scoperto l’oro, iniziando a trattare le tele come gli antichi doratori. In più, dopo tanti anni da insegnante a Montebelluna, ho potuto ispirarmi alle idee dei miei allievi, che mi hanno sorpreso giorno dopo giorno”.
L’assessore Giancarlo Fritz ha commentato, alla conferenza stampa di questa mattina: “Noi siamo particolarmente orgogliosi di ospitare la mostra di Fiorenza: abbiamo scoperto dopo tempo, per nostra inerzia, un vero tesoro in questa villa e in queste stanze espositive. Ne abbiamo fatte di nazionali e internazionali, ma ora è il momento di lasciare spazio ai cittadini. Fiorenza sarà la prima”.
Nel catalogo della mostra, un passaggio racconta bene il trasporto dell’autrice nel racconto di questi paesaggi e ricordi, anche nell’attualità: “È noto che la fedeltà al paesaggio è stata il denominatore comune della poesia zanzottiana e l’impegno per la tutela del patrimonio ha sempre caratterizzato l’attività culturale del grande poeta di Pieve di Soligo”. Il riferimento alle Grave di Ciano, sia nelle opere che nei testi, è molto chiaro.
La mostra, inaugurata oggi, sarà aperta dal martedì al venerdì dalle 15 alle 18, il sabato e la domenica dalle 9.30 alle 12 e dalle 15 alle 18. Sarà visitabile gratuitamente da soli, ma anche con delle visite guidate prenotabili.
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