Crocetta del Montello, diatriba sulla privatizzazione del bosco del Fagarè. Tormena: “Nessuna richiesta da Cornuda”

Il bosco del Fagarè è di nuovo al centro di forte discussione. Nell’ultimo consiglio comunale tenutosi a Crocetta del Montello, il gruppo di minoranza “Nuove energie per Crocetta”, capitanato da Lucia Poloniato, supportato da Alessandra Menon, Eugenio Mazzocato e Diego D’Ambroso di “Progetto 2019-2024” e dai consiglieri di minoranza di Cornuda Bruno Comazzetto, Paolo Campeotto, Antonella Calzavara e Fabio Caverzan, ha presentato un’interpellanza sul tema.

Si tratta di un argomento spinoso: il sindaco di Cornuda, Claudio Sartor, ha più volte affermato la propria volontà di privatizzare delle aree boschive, supportato dall’approvazione del piano delle alienazioni e delle valorizzazioni immobiliari che porta data 19 ottobre 2020. L’amministrazione comunale cornudese si dimostrava così favorevole alla vendita di una porzione del bosco Fagarè, circa 2.700 mq di terreno.

La criticità viene però subito a galla, visto che il Comune di Crocetta è proprietario dello stesso al 61% e dagli atti risulta indivisibile e non alienabile. L’interpellanza ha voluto così approfondire e comprendere se il Comune di Cornuda avesse o meno inviato richiesta scritta al Comune di Crocetta del Montello prima di inserire nel piano alienazioni il progetto di vendita e se il Comune di Crocetta avesse espresso assenso, verbalmente o in forma scritta a tale iniziativa.

Il sindaco Marianella Tormena ha subito puntualizzato: “L’interpellanza ha in qualche maniera anticipato i tempi perché ad oggi nulla ci è pervenuto da Cornuda. In realtà sembra che la questione sia complessa da un punto di vista formale e non solo ma attendiamo precise delucidazioni in merito prima di esporci”.

Il bosco del Fagarè, appartenuto alla Repubblica Serenissima, è stato suddiviso in percentuali di proprietà nel 1902, l’anno in cui Cornuda si divise e nacque il Comune di Crocetta: 61% a quest’ultimo e 39% a Cornuda.

Nel 1994 partì una convenzione che assegnò i compiti di vigilanza al comune di Cornuda e negli anni successivi i due Comuni impegnarono cifre sempre più ridotte per le necessarie manutenzioni. Di certo si tratta di un bene ambientale di particolare pregio, trattandosi del bosco di latifoglie, di proprietà pubblica, più esteso del Veneto.

(Fonte: Ylenia Bigolin © Qdpnews.it).
(Foto: web).
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