Si estende per 1.350 metri con un dislivello di 114 metri e curve progettate per garantire la massima sicurezza e prestazioni ottimali: è la pista da bob di Cortina, un’opera di ingegneria avanzata, costruita con materiali all’avanguardia e una logistica ottimizzata nei minimi dettagli. Il Gruppo Grigolin ha messo in campo il proprio know-how di prodotto e l’esperienza delle sue aziende per garantire un risultato all’altezza delle aspettative, contribuendo “in tempi record” – sottolinea l’azienda – alla realizzazione di un’infrastruttura d’eccellenza destinata a ospitare le gare delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina 2026.
Le società del gruppo trevigiano – Brussi Costruzioni, SuperBeton, Ferrobeton e Fornaci Calce – hanno dato un apporto decisivo al progetto. In particolare, Fornaci Calce Grigolin ha sviluppato e fornito materiali innovativi specificamente progettati per le esigenze della pista, mettendo a punto un betoncino speciale fondamentale per ottimizzare il progetto, grazie alla sua capacità di resistere a condizioni climatiche estreme e di garantire un’ottima aderenza alle superfici. La progettazione di questo materiale ha richiesto mesi di studi e test approfonditi, con il coinvolgimento di un team altamente specializzato.
Per assicurare una logistica efficiente e rispondere prontamente alle necessità del cantiere, sono stati disposti oltre 15 silos lungo il percorso della pista, consentendo un costante approvvigionamento di materiali e riducendo i tempi di posa. Nel dettaglio, per la realizzazione della pista, Fornaci Calce Grigolin ha utilizzato due tipologie di betoncino: il BF 42, un prodotto collaudato e altamente performante per i micropali di fondazione, e il BF 07, un betoncino speciale da proiezione. Lo sviluppo del BF 07 è stato il frutto di un intenso lavoro di test su pannelli free-standing e mock-up, assicurando il rispetto dei requisiti tecnici necessari.
Brussi Costruzioni ha gestito gli scavi di sbancamento a sezione aperta e quelli di risagomatura e profilatura dei pendii per la preparazione del piano d’appoggio della pista, nonché quelli per la realizzazione di tutti i plinti delle pile destinate a sorreggerla e delle fondazioni degli edifici. Inoltre, si è occupata della viabilità dell’area, garantendo a tutte le maestranze e ai mezzi d’opera le condizioni necessarie per lavorare in piena sicurezza e accedere a tutte le zone del cantiere. SuperBeton ha fornito il calcestruzzo necessario per la costruzione della pista, garantendo materiali performanti e adattabili alle esigenze strutturali, mentre Ferrobeton ha fornito i ferri d’armatura fondamentali per la stabilità e la resistenza della struttura.
“Oggi possiamo guardare con soddisfazione al lavoro svolto – dichiara il Gruppo Grigolin -. La realizzazione di questa pista non solo costituisce un’infrastruttura chiave per le Olimpiadi 2026, ma rappresenta anche un risultato significativo: la rapidità con cui è stata completata, senza alcun compromesso sulla qualità e sulla sicurezza, è il frutto della competenza e dell’impegno di tutte le aziende coinvolte”.


Un test anche per i soccorritori
I test di questa settimana hanno consentito di affinare anche la macchina dei soccorsi all’interno dello sliding center. Ogni giorno, da martedì a sabato, una cinquantina tra medici e infermieri SUEM provenienti da varie Ulss, soccorritori di Croce Bianca, Croce Rossa, Carabinieri e tecnici del soccorso alpino CNSAS e della Guardia di Finanza hanno prestato servizio all’interno del circuito, facendo anche delle simulazioni di incidenti per allenare il team sanitario ad ogni evenienza al fine di curare al meglio ogni dettaglio.
Anche tra i professionisti sanitari si respira entusiasmo per questa nuova “venue”: sono stati allestiti un punto medico avanzato e una control room per monitorare ogni passaggio del tracciato lungo il quale sono stati posizionati 5 team con medico, infermiere, tecnico di soccorso alpino e soccorritore e 4 team composti da soccorritori. “Come evidenziato nell’incontro di mercoledì all’Alexander hall, le competenze acquisite nei soccorsi allo sliding center rappresentano una delle eredità delle Olimpiadi – commenta il Commissario dell’Ulss 1 Giuseppe Dal Ben – ci stiamo preparando con scrupolo e attenzione all’evento olimpico che rappresenta una occasione di crescita anche per il sistema sanitario”.
“Nonostante non ci sia stata la necessità di interventi di soccorso, questo evento è stato molto impegnativo per il personale sanitario. Non solo il soccorso su una pista di bob è un’esperienza nuova, anche la coesistenza del cantiere ha reso complessa la pianificazione del dispositivo di soccorso. Abbiamo potuto sperimentare le tecniche di soccorso sulla pista, simulare gli interventi di emergenza, testare nuove tecnologie per la gestione del soccorso” commenta Paolo Rosi, regional medical care manager del Veneto per le Olimpiadi di MICO26.
(Autore: Redazione di Qdpnews.it)
(Foto: Gruppo Grigolin e Ulss 1 Dolomiti. Video: archivio Qdpnews.it)
(Articolo e video di proprietà di Dplay Srl)
#Qdpnews.it riproduzione riservata