Si è tenuto nei giorni scorsi, nella sala consiliare di Cornuda, l’importante incontro dal titolo “Tumori del colon-retto: la scoperta che può salvarti la vita“, un evento di sensibilizzazione promosso dalla LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) di Montebelluna, in collaborazione con ULSS 2 Marca Trevigiana e i Comuni di Caerano di San Marco, Cornuda e Montebelluna. L’iniziativa rientra nel ciclo di incontri “Prevenire è il primo passo per vincere“, finalizzato alla divulgazione di informazioni fondamentali sulla prevenzione oncologica.
L’evento ha visto la partecipazione di esperti del settore sanitario: la dottoressa Paola Anello, direttore medico degli ospedali di Montebelluna e Castelfranco Veneto, il dottor Ottaviano Tomassi, oncologo dell’ospedale di Montebelluna, e il dottor Alberto Sartori, specialista in chirurgia generale dello stesso ospedale.
L’importanza della prevenzione
Nel corso della serata, la dottoressa Anello ha illustrato i tre livelli di prevenzione:
- Prevenzione primaria, per ridurre il rischio di insorgenza della malattia;
- Prevenzione secondaria, volta alla diagnosi precoce;
- Prevenzione terziaria, mirata a ridurre il rischio di recidive.
“La prevenzione è lo strumento più utile per evitare, per quanto possibile, l’insorgenza di un cancro o per diagnosticarlo precocemente, quando è ancora curabile”, ha sottolineato la dottoressa.
Un corretto stile di vita è cruciale per prevenire l’insorgenza del tumore del colon-retto, una patologia che in Italia colpisce ogni anno circa 51.000 persone e provoca 20.000 decessi. Tra i principali fattori di rischio si annoverano una dieta ricca di grassi e povera di fibre, il consumo eccessivo di alcol, la sedentarietà e il fumo.
Prevenzione primaria e secondaria
Il dottor Tomassi ha sottolineato l’importanza della prevenzione primaria, raccomandando alcune buone pratiche:
- Evitare il fumo;
- Svolgere attività fisica regolare;
- Seguire una dieta bilanciata ricca di fibre;
- Limitare il consumo di alcolici.
“Come mi spiegò il mio professore di farmacia all’università, la differenza tra una sostanza velenosa e una non velenosa è determinata da un solo parametro: la quantità. Per questo è fondamentale la moderazione nei comportamenti” ha spiegato il dottor Tomassi.
Fondamentale è anche la prevenzione secondaria, che include screening specifici come la ricerca del sangue occulto nelle feci e la rettosigmoidoscopia. Questi esami permettono di individuare precocemente eventuali lesioni precancerose, riducendo significativamente il rischio di sviluppare tumori maligni.
Il Servizio Sanitario Nazionale, attraverso le Regioni, offre a tutti gli uomini e le donne, a partire dai 50 anni di età, la ricerca del sangue occulto nelle feci ogni due anni mediante comunicazione individuale oltre alla possibilità di entrare in un percorso nel quale sono assicurati anche gli ulteriori esami di approfondimento e il trattamento eventualmente necessari (programma di “screening” organizzato).
Sono in corso di studio analisi molecolari di alterazioni geniche nelle cellule di esfoliazione del colon presenti nelle feci, quale nuovo approccio diagnostico non invasivo per individuare precocemente i tumori colorettali e perfino le lesioni precancerose.
L’approccio chirurgico e le tecniche mininvasive
Il dottor Sartori ha illustrato le moderne tecniche chirurgiche mininvasive disponibili nei presidi ospedalieri di Montebelluna e Treviso. Grazie alla laparoscopia e alla chirurgia robotica, oggi è possibile ridurre i tempi di recupero e migliorare la qualità di vita dei pazienti.
“Più precoce è la diagnosi, più efficace sarà l’intervento chirurgico. Le tecniche mininvasive ci permettono di ridurre al minimo il trauma per il paziente, garantendo un recupero più rapido”, ha affermato il dottor Sartori. “Noi lottiamo alla pari con voi, il malato è l’attore protagonista. Noi siamo dei comprimari, ma lottiamo tenacemente”.
Il ruolo della LILT
A concludere la serata, l’intervento di Nelly Raisi, presidente provinciale della LILT di Treviso, che ha sottolineato il ruolo centrale dell’associazione nella promozione della cultura della prevenzione e nell’assistenza ai pazienti oncologici.
“La nostra missione è diffondere la cultura della prevenzione come metodo di vita. La LILT si impegna quotidianamente nella sensibilizzazione, nella diagnosi precoce e nel supporto ai pazienti”, ha dichiarato Raisi.
Con circa 400 ambulatori in tutta Italia e un vasto numero di volontari, la LILT continua a essere un punto di riferimento nella lotta contro i tumori.
L’incontro ha rappresentato un’importante occasione per sensibilizzare la cittadinanza sull’importanza della prevenzione e dell’informazione, strumenti essenziali per ridurre l’incidenza e la mortalità legate ai tumori del colon-retto. La salute passa attraverso la consapevolezza e l’adozione di stili di vita sani: un messaggio chiaro e fondamentale per tutti.
(Autore: Francesco Bruni)
(Foto e video: Francesco Bruni)
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