Inaugurato il monumento al sottobrigadiere Fornasier e ai finanzieri infoibati a Basovizza

Inaugurato il monumento in memoria del sottobrigadiere Luigi Fornasier e dei finanzieri infoibati a Basovizza

Martedì 18 giugno, il Parco Munari a Cornuda ha ospitato la cerimonia di inaugurazione del monumento in memoria del sottobrigadiere della Guardia di Finanza Luigi Fornasier e dei finanzieri infoibati a Basovizza.

Video di Andrea Berton

Presenti il Comandante Regionale Veneto della Guardia di Finanza, Gen. D. Riccardo Rapanotti, il Comandante Provinciale della Guardia di Finanza di Treviso, Col. t.ST Francesco De Giacomo, il Comandante provinciale dei Carabinieri di Treviso, Colonnello Massimo Ribaudo, il sindaco di Cornuda Enrico Gallina, il consigliere provinciale Claudio Sartor, la giunta e i consiglieri comunali di Cornuda, diversi sindaci e amministratori del territorio, il parroco don Francesco Marconato, i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e d’arma e ad altre autorità civili, militari e religiose.

Presenti anche lo scultore Valentino Moro, autore dell’opera, la storica dell’arte Lorena Gava e il tenore Francesco Grollo che ha eseguito l’Inno di Mameli e “La leggenda del Piave”.

L’evento si è collocato nel contesto delle celebrazioni del 250esimo anniversario della fondazione del Corpo della Guardia di Finanza.

“Un solido presidio di legalità – ha detto il sindaco Gallina nel suo intervento parlando della Guardia di Finanza – per istituzioni, cittadini e imprese a cui è affidato un compito fondamentale: la tutela della sicurezza economico-finanziaria a garanzia di un sistema economico sano, prospero e vitale. È essenziale che il territorio possa restare sicuro, attrattivo e produttivo nonostante la sua conformazione fatta di piccole realtà diffuse che lo rendono esposto a molti rischi. In questi 250 anni, la Guardia di Finanza è sempre stata vicina, con realtà e professionalità, alla nostra comunità affrontando ogni sfida che si è presentata”.

“Voglio ricordare – continua – l’importanza della collaborazione tra le nostre istituzioni anche in virtù delle rilevanti risorse arrivate con il Pnrr e la nuova programmazione europea. Importanti risorse pubbliche che vanno controllate affinché siano utilizzate bene. È fondamentale che tutti questi fondi non siano oggetto di infiltrazioni e che possano essere spesi nell’esclusivo interesse della nostra comunità. Sono convinto che in questo complesso scenario, la Guardia di Finanza continuerà ad essere all’altezza del suo compito come ha sempre fatto in questi 250 anni”.

“Oggi al Parco Munari – prosegue – andiamo a tributare il giusto riconoscimento ai militi della Guardia di Finanza che hanno donato la vita nell’esercizio dei propri compiti istituzionali. Ringrazio l’artista Valentino Moro per aver realizzato quest’opera d’arte così densa di significato. Permettetemi anche un ringraziamento al mio predecessore, oggi in veste di rappresentante della Provincia di Treviso, Claudio Sartor, e all’ex consigliere comunale Giuseppe Comazzetto per essersi adoperati con grande impegno per la riuscita di questa giornata. Anche la comunità cornudese ha pagato un tributo in termini di vite umane, in particolare attraverso la figura del nostro concittadino Luigi Fornasier, nato a Cornuda il 16 marzo del 1916 e morto infoibato nel maggio del 1945”.

“In quel periodo – sottolinea – si trovava a casa a Cornuda, in licenza dai genitori. Al termine della stessa, essi lo supplicarono di non rientrare in caserma a Trieste in quanto erano in corso in zona feroci rappresaglie contro gli italiani, specialmente quelli che indossavano la divisa. Il senso del dovere non lo fece desistere per cui rientrò ugualmente. Da quel giorno non si ebbero più notizie, fu dichiarato disperso e verosimilmente fu infoibato”.

“La figura di Luigi Fornasier – conclude – è stata insignita nel 2012 dal Presidente della Repubblica, in occasione del Giorno del Ricordo, del diploma e della medaglia commemorativa concessa ai congiunti degli infoibati. Saluto con affetto le nipoti Gabriella e Luigina e le ringrazio per essere oggi qui presenti. Rammento altresì che il ritratto del sottobrigadiere Fornasier è citato anche nel Museo Storico della Finanza per aver contribuito, con la propria vita, al sacrificio di sangue sostenuto dalle Fiamme Gialle in Istria e Dalmazia dopo i fatti dell’8 settembre del 1943”.

“È un momento molto significativo, commovente e importante – ha evidenziato il Comandante Regionale Veneto della Guardia di Finanza -, oltretutto si inserisce nel 250esimo anniversario di fondazione del Corpo in cui la Guardia di Finanza si sta impegnando nel sottolineare un po’ tutti gli aspetti che l’hanno caratterizzata nel corso di questa lunga storia. Sicuramente tutte le parti positive del nostro impegno, ma a volte purtroppo anche alcune pagine oscure della storia dell’umanità in cui si inserisce il momento della morte di numerosi finanzieri, ben 97, a Basovizza”.

“È un momento importante per ricordare i nostri caduti – conclude – e per rammentare che la pace è un bene preziosissimo che dobbiamo preservare e conservare per noi stessi per le generazioni future. La collaborazione tra le istituzioni è imprescindibile: dobbiamo collaborare tutti per il bene comune. La cooperazione fra forze di polizia e amministrazioni locali, ma anche la vicinanza alla cittadinanza che deve cogliere il significato di una sicurezza che noi contribuiamo a fornire. Un ruolo di vicinanza estremamente importante non soltanto a livello istituzionale, ma anche soprattutto a livello di cittadinanza”.

Verso la fine della cerimonia, la professoressa Gava ha descritto l’opera dello scultore Moro.

“Vent’anni fa è stato istituito il Giorno del Ricordo – ha sottolineato la storica dell’arte – per ricordare una terribile ferita della storia italiana. Il titolo dell’opera che è stata inaugurata è ‘Caduta’. C’è una lastra verticale di ferro con lo stemma della Guardia di Finanza (rappresenta la terra) e 97 cubi di ferro che rappresentano i finanzieri morti nella foiba di Basovizza. Sono cubi che entrano nel ventre della terra”.

“C’è il ramo dell’albero che scorre e che segna la vita – conclude -. A noi spetta il compito di guardare avanti. L’ulivo è simbolo di pace, fratellanza e rigenerazione. Quella pagina di storia resta una ferita, ma dobbiamo guardare oltre. C’è anche la sagoma di uomo: rappresenta ognuno di noi che guarda con rispetto a quelle vicende con un inno di vita. I materiali utilizzati sono il ferro e la roccia. Uno dei messaggi che vuole trasmettere è questo: ‘chi non conosce la storia è destinato a riviverla’. Dobbiamo essere orgogliosi della nostra libertà”.

La cerimonia è terminata con la Preghiera del Finanziere.

(Foto e video: Qdpnews.it ©️ riproduzione riservata).
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