Chiude dopo 65 anni il “casoin” di Enrico Moretto: “Sconfitti dalla grande distribuzione, ma è un arrivederci…”

Lui, praticamente, con questa attività ci è nato. Letteralmente. I suoi genitori infatti, mamma Ida e papà Guido, la acquistarono 65 anni fa, anche se all’inizio era 500 metri più avanti, di fianco alla chiesa.

Lo stesso anno, era il 1959, nasceva appunto Enrico Moretto, “gemello” del classico casoin che ora, purtroppo, non riuscirà a vedere il 2025. Oggi, 31 dicembre, sarà l’ultimo giorno di apertura dello storico negozio di alimentari di via San Vettore 4, a Cornuda, che dai primi anni ’70 è marchio Crai.

Una decisione difficile e sofferta per Enrico e la sua famiglia allargata, la moglie Emanuela, la storica dipendente a “chilometro zero” Stefania (abita nella casa a fianco), e la giovane Giorgia, 23enne di Biadene. Ma inevitabile, come spiega lo stesso titolare.

“Dopo 65 anni di attività oggi chiuderemo i battenti – ha raccontato -. Dopo tanti anni
di amore e dedizione per il nostro negozio, dobbiamo ora arrenderci. E’ come se avessimo combattuto una battaglia contro i grandi colossi, che con i loro enormi budget e la loro i influenza spingono sempre più ai margini i piccoli imprenditori come noi. Purtroppo,
finanziariamente non è più sostenibile. Il mondo sta cambiando, o forse è già cambiato, e con le nostre forze non riusciamo più a tenere il passo”.

Una “battaglia” che non ha trovato nuove leve disposte a combatterla. Il figlio di Enrico, infatti, ha preso altre strade che lo hanno portato lontano da casa. E quindi ora è il momento dell’addio, anzi… dell’arrivederci.

“E’ difficile lasciare andare la nostre passioni, ma sappiamo che è il momento di fare una scelta su ciò che conta davvero – ha proseguito Enrico – Ringraziamo tutti coloro che in questi anni sono stati nostri clienti e ci hanno sostenuto con grande affetto, regalandoci sorrisi e battute, facendoci sentire una grande famiglia. Con affetto non vi diciamo addio ma arrivederci a presto, non in ‘bottega’ ma nella vita quotidiana”.

Già perché comunque, Moretto, resterà dietro al bancone. E lo stesso vogliono fare le sue fidate collaboratrici. Altrove, naturalmente, ma sempre con la voglia di mantenere vivo quel rapporto speciale con i clienti, tipico di queste piccole realtà.

“E ciò che rende unico il nostro lavoro – ripetono in coro – Non a caso il nostro dispiacere è anche il loro. Qui c’è sempre stato uno rapporto umano particolare, chi viene non fa solo la spesa ma si confida”. Alcuni, ricorda Stefania, che lavorava qui da 18 anni, “mi chiedono anche le ricette”. Altri, invece, saputa la notizia della chiusura, hanno portato fiori: “Un cliente ci ha anche offerto un pranzo a base di pesce, per ringraziarci”, conclude Moretto.

E così, dopo la recente chiusura del panificio pasticceria “Natural Forno”, gestito per 35 anni dalla famiglia Zuanetti, Cornuda perde un altro punto di riferimento. Un tema, questo, su cui non è mancato il commento del sindaco, Enrico Gallina:

“A nome dell’Amministrazione comunale ringrazio con affetto e riconoscenza Enrico Moretto e il suo staff per l’impegno, la passione e la grande umanità che hanno messo nel loro lavoro in tutti questi anni a Cornuda – le parole del primo cittadino – La comunità è grata per la generosità e gli attestati di stima che stanno ricevendo in questi giorni: sono la migliore testimonianza del grande lavoro che svolto. Siamo consapevoli che, purtroppo, la grande distribuzione ha messo in crisi le piccole botteghe che svolgono una funzione economica ma anche sociale. Anche per questo abbiamo voluto che Cornuda diventasse Distretto del Commercio regionale, per valorizzare e sostenere queste realtà locali e perché non vada disperso il patrimonio umano e lavorativo di persone come Enrico Moretto. A lui ed alla sua famiglia auguro un futuro ricco di soddisfazioni”.

(Autore: Alessandro Lanza)
(Foto e video: Alessandro Lanza)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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