Alla scoperta del “castagno dei partigiani”

Il castagno

C’è un albero che custodisce un segreto nei pressi di Villa di Villa, frazione di Cordignano: il “castagno dei partigiani”.

“Dopo essermi dedicato per lungo tempo al Monte Grappa ed ora nei sentieri bellunesi, recentemente sono tornato nelle Prealpi trevigiane e ho voluto rivedere questo piccolo gioiello di storia” afferma Giovanni Carraro, esploratore del territorio veneto, imprenditore, autore e giornalista.

“Nelle lunghe passeggiate qui nelle Prealpi, nel 2013 mi sono imbattuto quasi per caso in questo magnifico albero, ed è stato interessante poi constatare ciò che c’è dietro” precisa.

Ma qual è la storia di questo castagno? “Oltre ad essere un castagno secolare, presenta una sorta di cassetto mimetizzato nel tronco. – spiega Carraro – Grazie a questo ingegnoso stratagemma, durante la Resistenza del 1944, l’albero fu usato dai partigiani per depositare la corrispondenza tra le unità dislocate in pianura e i combattenti in Cansiglio”.

Tutta la zona ricorda quel periodo: dalla Casera Gnesina, che venne trasformata in luogo di comando da alcune formazioni partigiane, al Sentiero Pagnoca, nome dato in onore di Giovan Battista Bitto, comandante del gruppo brigate Vittorio Veneto e vicecomandante della Divisione Nino Nannetti.

Inoltre, vi è anche il grande monumento eretto nel 1948 sulla vetta del Col Alt per volontà della Brigata Cacciatori delle Alpi, in ricordo dei caduti del Battaglione Manara durante i rastrellamenti tedeschi del 9 settembre e del 14 novembre 1944.

Un luogo semplice, ma ricco di significato, che ci invita a riflettere sul valore della memoria e sull’importanza di preservare la nostra storia.

(Foto: per gentile concessione di Giovanni Carraro).
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