L’altro ieri giovedì si è svolto all’auditorium “Toniolo” di Conegliano il convegno “Viticoltura e sostenibilità: a che punto siamo?“.
L’evento, promosso dall’Ufficio per la pastorale sociale della Diocesi di Vittorio Veneto, ha rappresentato il punto di arrivo e di rilancio del percorso avviato nel 2019, che si è sviluppato su due trienni e che ha visto insieme come protagonisti i Consorzi vitivinicoli del Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG e del Prosecco DOC, unitamente ai rappresentanti di diversi movimenti e gruppi ambientalisti, fra i quali Fare Rete e Salute&Ambiente.
L’obiettivo di questo percorso, come ha sottolineato nell’intervento di apertura don Andrea Forest – delegato vescovile per la Pastorale sociale e coordinatore del Tavolo – è stato quello di un lavoro congiunto fra le diverse parti, ispirato dall’enciclica di papa Francesco Laudato Si’, nel tentativo di far percepire attraverso lo strumento del dialogo la complessità del tema “sostenibilità”, nell’ottica di una interconnessione globale fra creato e azioni umane (“Tutto è connesso” è il concetto più volte ribadito dalla stessa enciclica Laudato Si’).
L’intervento di don Forest si è quindi soffermato sulle due lettere che il vescovo di Vittorio Veneto monsignor Corrado Pizziolo ha indirizzato alla Diocesi nel settembre 2021 e nell’ottobre 2023, valorizzando di volta in volta le acquisizioni e le riflessioni maturate all’interno del Tavolo. In particolare, il titolo della seconda lettera – “Grandi mete e piccoli passi” – ha rappresentato lo slogan sintetico della progettualità messa in atto: richiamare i valori di fondo della sostenibilità (“grandi mete”), riconoscendo i “piccoli passi” graduali che è possibile mettere in atto con decisione e perseveranza.
Lo stesso monsignor Pizziolo, nel saluto che ha portato all’inizio della serata, ha sottolineato la necessità di continuare il percorso di dialogo anche quando ciò risulti difficile, magari puntando agli elementi positivi che possono incoraggiare il cammino. Vanno perciò promosse quelle che il presule nelle sue lettere ha chiamato “le buone pratiche della porta accanto”, ossia i tentativi ordinari e quotidiani di dare concretezza ai valori della sostenibilità ambientale, economica e sociale.
Il professor Giovanni Cargnello, ideatore con don Forest del percorso del Tavolo diocesano, è quindi intervenuto richiamando il paradigma di fondo a cui si è ispirato il lavoro dei due trienni, nella descrizione e nella composizione armonica fra i diversi fattori che definiscono la sostenibilità.
Don Alessio Magoga, direttore del settimanale diocesano L’Azione e moderatore della serata, ha quindi dato la parola a Mauro Pigozzo, giornalista del Corriere del Veneto, che ha offerto uno sguardo globale sul cambiamento climatico e le altre sfide attuali che collocano il tema della sostenibilità ambientale in un panorama più vasto per arrivare poi alle possibili conseguenze anche nel nostro Veneto.
Nel confronto si sono poi succeduti il professor Paolo Sambo, prorettore dell’Università di Padova, e la dottoressa Cristina Micheloni, presidente dell’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica del Friuli-Venezia Giulia, che hanno completato la visione offerta da Pigozzo, riportando il tema in àmbito agricolo.
Nell’appassionato dibattito, i due relatori si sono confrontati, da due punti di vista diversi e complementari, innanzitutto sul concetto di “sostenibilità”, che per Sambo deve sempre tenere insieme le tre dimensioni dell’attenzione all’ambiente, all’economia e all’aspetto etico sociale, mentre per Micheloni deve essere un concetto “complesso, dinamico e ampio”.
Successivamente, i due relatori hanno messo in luce gli sforzi che la coltivazione convenzionale da un lato e quella biologica dall’altro stanno cercando di attuare per dare concretezza alla sostenibilità nell’àmbito della viticoltura e per dare risposta alle sfide poste dal cambiamento climatico.
Nell’ultima parte della serata la parola è stata data ai due rappresentanti dei Consorzi di tutela: Andrea Battistella, vicedirettore del Consorzio Prosecco DOC, e Diego Tomasi, direttore del Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG. Loro intento è stato quello di comunicare, dati alla mano, l’impegno dei due Consorzi nell’attuazione di miglioramenti e di buone pratiche riguardanti il minore impatto ambientale della viticoltura, con uno sguardo attento anche alla dimensione della sostenibilità sociale ed economica.
Al termine della serata la parola è tornata a don Forest, che ha fatto sintesi delle sollecitazioni emerse, auspicando che il confronto avvenuto nei 6 anni del Tavolo diocesano possa ora continuare in altre modalità tanto con i Consorzi quanto con i gruppi ambientalisti, ma anche con le istituzioni (sindaci in primis) e con le Associazioni di categoria. In particolare, don Forest si è soffermato sulle “4 C” della sostenibilità: connettere, conoscere, concretizzare, contemplare. “Connettere” per tenere insieme sguardo globale e relazioni locali, senza cadere su una delle due polarizzazioni, pena la perdita di una visione complessiva o della prossimità relazionale che umanizza i rapporti; “conoscere” per evitare le derive ideologiche o i pregiudizi, ma anche per continuare a incidere nella coscienza collettiva favorendo una crescita culturale, senza dimenticare la dimensione della formazione tecnica degli addetti (vedasi la figura del “tecnico della sostenibilità” da garantire in ogni azienda); “concretizzare” come impegno perché il pensiero diventi azione e non soltanto dichiarazione di intenti; “contemplare” per non ridurre tutto ad oggetto da sfruttare, ma per restituire dignità alle persone e all’ambiente.
A margine dell’incontro, i presidenti dei due Consorzi di tutela coinvolti hanno valutato positivamente l’esito del convegno e del cammino che lo ha preceduto.
«Innanzitutto, desidero ringraziare tutti coloro che hanno partecipato al Tavolo di Dialogo, in particolare l’Ufficio per la pastorale sociale per averlo promosso, e il suo coordinatore don Andrea Forest – ha riferito Franco Adami, presidente del Consorzio DOCG –. Troppo spesso assistiamo a un abuso del termine sostenibilità, utilizzato come slogan e svuotato dal suo reale significato. Questo convegno è stata un’occasione in cui, insieme al Consorzio DOC, ci siamo fermati a fare il punto della situazione: su quanto è stato raggiunto e sui prossimi obiettivi. Abbiamo voluto sottolineare quanto la sostenibilità sia un valore che ci guida e ci aiuta a fotografare costantemente lo stato di salute del nostro territorio, per poi procedere con nuove azioni e comunicare alla comunità il costante impegno di tutti i viticoltori volto a costruire un ambiente sano, in cui siano tutelati sia ambiente della denominazione sia la qualità della vita dei cittadini. Questo incontro è stato un momento di reale riflessione e crescita collettiva. Vogliamo continuare a raccogliere idee e suggerimenti, confrontarci su ciò che serve per affrontare insieme le sfide che ci attendono. La sostenibilità deve essere un impegno comunitario e concreto, una responsabilità che intendiamo condividere con il territorio e con le persone che lo vivono ogni giorno» ha concluso il presidente Adami.
«Siamo lieti di aver visto una nutrita partecipazione da parte delle comunità del territorio all’evento – commenta dal canto suo Giancarlo Guidolin, presidente del Consorzio di Tutela DOC –. Riteniamo positivo il percorso realizzato con il Tavolo di Dialogo della Diocesi di Vittorio Veneto. Infatti, il confronto franco, senza prevaricazioni o prese di posizioni pregiudiziali, ha consentito di definire un approccio alla sostenibilità fatto di “piccoli passi per grandi mete”. Per tale motivo è quanto mai opportuno, se non indispensabile, dar seguito a queste iniziative affinché, includendo tutti gli stakeholders interessati, si possa assicurare uno sviluppo sostenibile alle nostre Denominazioni».
(Autore: Redazione Qdpnews.it)
(Foto: Diocesi di Vittorio Veneto)
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