Treviso, intitolata la sala lettura della biblioteca Zanzotto a Cristina Pavesi, vittima della Mafia del Brenta: “Emozione indescrivibile”

Ora è ufficiale: la sala lettura della biblioteca “Andrea Zanzotto”, in via Luigi Giacomelli a Treviso, è stata intitolata a Cristina Pavesi, studentessa universitaria di soli 22 anni vittima della Mafia del Brenta di Felice Maniero.

La cerimonia si è svolta nella giornata di ieri, sabato 20 marzo, alla presenza di Michela ed Enrico Pavesi, zii paterni di Cristina, del sindaco di Treviso, Mario Conte, del prefetto di Treviso, Maria Rosaria Laganà, di altri amministratori locali collegati per l’occasione, e dei rappresentanti delle associazioni Avviso pubblico e Libera, ovvero Stefania Carrer e Simone Binotto.

La data scelta per l’intitolazione non è casuale: da ieri l’associazione Libera, guidata da don Ciotti, sta celebrando tutte le vittime innocenti delle mafie, e l’intitolazione a Treviso si è svolta alla vigilia della “Giornata mondiale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, che ogni anno cade il 21 marzo.

Una data stabilita il 1° marzo 2017 con voto unanime alla Camera dei deputati e che quest’anno viene ricordata attraverso lo slogan “A ricordare e riveder le stelle”, scelto come “inno alla vita, allo sguardo verso un orizzonte migliore da costruire insieme”.

Tra i nomi delle tante vittime della mafia c’è anche quello di Cristina Pavesi, giovanissima originaria di Treviso ma residente a Conegliano che il 13 dicembre 1990 perse la vita, mentre rincasava dall’Università di Padova, dove si era recata per discutere con il suo relatore l’argomento della tesi di laurea.

La giovane si trovava a bordo del diretto Bologna-Venezia, al momento dell’esplosione che coinvolse il diretto Venezia-Milano che passava in quel momento: un’esplosione organizzata dagli uomini di Felice Maniero, che avevano posizionato del tritolo sui binari, allo scopo di sventrare in due il treno, per poi impossessarsi del bottino presente all’interno del vagone postale.

Una vita spezzata sul colpo, quella di Cristina Pavesi, il cui ricordo, però, continua a essere nitido nelle comunità, come quella di Campolongo Maggiore, un tempo quartier generale di Felice Maniero e della Mafia del Brenta.

“Il ricordo di Campolongo Maggiore va in particolare a Cristina Pavesi. – sono le parole dell’amministrazione comunale, che nel tempo e in varie occasioni ha sempre ricordato la giovane studentessa – Non possiamo cambiare il passato ma è doveroso impegnarci per un presente e un futuro migliori, in nome della legalità“.

Da parte sua, Michela Pavesi, zia paterna di Cristina Pavesi che da sempre continua a portare avanti un’attività di sensibilizzazione nelle scuole, non ha nascosto la propria commozione per il ricordo dell’adorata nipote e l’emozione di fronte al suo nome ora impresso all’interno della biblioteca trevigiana.

Inutile dire la mia emozione e quella di mio fratello Enrico, che mi accompagnava. – ha dichiarato pubblicamente – È un’intitolazione molto importante: Cristina amava lo studio. Quella magnifica sala è frequentata soprattutto da giovani. I nomi delle vittime innocenti di mafia sono stati letti, per la maggior parte, da ragazzi. Il nome di Cristina è stato letto da un ragazzino, penso delle medie: che tenerezza!”.

Voglio dire grazie all’amministrazione comunale, per questo gesto importante verso Cristina“, ha concluso Michela Pavesi.

(Foto: per gentile concessione di Michela Pavesi).
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