“Una stima non ancora precisa ma comunque attendibile ci porta a dire che, tra le serate di lunedì e martedì, tutta la denominazione è stata interessata da fenomeni grandinigeni più o meno intensi. La parte è più colpita è stata quella di Colbertaldo, la parte bassa del Cartizze e Col San Martino. I danni in quest’area possono raggiungere anche il 70-80% della produzione. Sul resto della denominazione abbiamo un range di variabilità che va dal 3% fino a un 30%“.
Così il direttore del Consorzio di tutela del Conegliano Valdobbiadene Docg Diego Tomasi inquadra la situazione attuale dopo il maltempo che ha colpito il nostro territorio nei giorni scorsi.
“Con una buona attendibilità oggi possiamo affermare che abbiamo perso il 10% del raccolto che si trovava nel vigneto – continua il direttore -. Se stimiamo una produzione media di circa un 1.100.000 quintali, ad oggi abbiamo perso circa dagli 80 ai 100 mila quintali. C’è un fermento incredibile in quanto vanno immediatamente disinfettate tutte le ferite. Il Consorzio ha provveduto ad emanare un bollettino con specifiche informazioni: si deve intervenire urgentemente per sanare le ferite.
Bisogna pensare che ci sono anche dei danni collaterali: questi eventi sono stati talmente violenti che hanno rovinato quasi il 50% dei pannelli fotovoltaici esistenti sulle nostre cantine – aggiunge -. Esse dovranno ora aggiungere un’ulteriore spesa acquistando l’energia, solitamente prodotta in autoconsumo con i pannelli fotovoltaici. Questi sono degli extra costi che questi fortunali purtroppo creano.
Dopo un mese di luglio particolarmente gravoso viste le precipitazioni difendendo i vigneti dalle malattie, si aggiunge oggi anche questo ulteriore disagio legato alla grandine. Si capisce quindi la prostrazione del viticoltore, che pensava di andare verso la chiusura della sua attività con un raccolto di media-alta produzione e di ottima qualità – prosegue Tomasi -. Adesso tutto viene rimesso in discussione. Questi sono gli eventi che ci fanno fare gruppo. Teniamo saldo quest’ultimo problema e avviamoci insieme verso una produzione che, se il tempo ci assisterà nelle prossime settimane, potrà ancora essere salvata e risultare di buon livello.
Questi eventi, a cui non eravamo assolutamente preparati, ci fa capire che ormai sono finiti i tempi per parlare di cambiamento climatico: questo è il clima che avremo da adesso in poi. L’abbiamo già visto l’anno scorso con il caldo secco e oggi con la grandine. Ogni anno dovremmo probabilmente aspettarci degli eventi climatici estremi – conclude -. L’anno scorso abbiamo detto che potevamo recuperare la siccità idrica con la realizzazione di micro invasi per conservare l’acqua, oggi dovremo cominciare a dialogare con la Regione al fine di trovare le soluzioni ottimali per difendersi (reti antigrandine), nel compromesso anche di non vanificare il patrimonio UNESCO. Per altri eventi estremi dovremo essere pronti a reagire“.
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