Terremoto in consiglio comunale, la maggioranza dice “basta” all’unione con Conegliano In Cima: scatta il “divorzio” con l’associazione

Il Comune di Conegliano ha ufficialmente "divorziato" dall'associazione Conegliano In Cima
Il Comune di Conegliano ha ufficialmente “divorziato” dall’associazione Conegliano In Cima

Il Comune di Conegliano ha ufficialmente “divorziato” dall’associazione Conegliano In Cima. Il tema è stato affrontato nel corso della seduta consiliare di ieri, giovedì 9 marzo e, come era possibile presupporre, è stato il punto su cui il consiglio ha discusso maggiormente. Una discussione in cui non sono mancate le argomentazioni, i toni accesi e anche gli attacchi personali.

Come già emerso da tempo, l’amministrazione aveva espresso in seduta di giunta la volontà di recedere dall’associazione, considerato che quest’ultima non avrebbe promosso delle assemblee dal 17 aprile 2019. Da parte sua, Conegliano In Cima aveva difeso il proprio operato fin dal principio della faccenda.

Nel frattempo, su richiesta dell’amministrazione, l’associazione in questi giorni ha depositato i propri bilanci e tutta la frangia dell’opposizione, una volta appreso questo particolare dagli uffici comunali, ha inviato compatta un documento al protocollo, nel quale si chiedeva il rinvio del punto, in maniera tale da avere l’opportunità di verificare e consultare la documentazione con una tempistica adeguata.

Richiesta che è stata rigettata in consiglio, quando appariva già chiaro l’epilogo della faccenda, mentre l’aula consiliare si divideva palesemente in due schieramenti: da un lato la maggioranza, convinta della volontà di porre fine al suo, negli ultimi tempi, travagliato matrimonio con Conegliano In Cima, e dall’altra l’opposizione, schierata nel ricusare questa decisione considerata del tutto errata.

Il tema, già discusso nell’apposita commissione, ha quindi chiuso il consiglio comunale di ieri sera: in quell’occasione, in apertura del punto, il sindaco Fabio Chies ha affermato che, in buona sostanza, rimanevano valide le motivazioni già espresse in sede di giunta, richiamando il tema dei bilanci non votati in assemblea ma presentati “tutti in una volta”, su richiesta (via pec) dal Comune stesso.

Detto questo, ha ricordato che l’ultima assemblea convocata dal direttivo si sarebbe svolta il 17 aprile 2019, “limitando l’operato dei soci e dell’amministrazione”.

L’attacco dei gruppi di opposizione

A seguito delle parole proferite dal primo cittadino, tutta l’opposizione non ha lesinato parole in merito alla questione. A rompere il ghiaccio è stato Alessandro Bortoluzzi, consigliere del gruppo misto, ricordando che nella delibera di giunta citata non ci sarebbe un riferimento al tema dei bilanci.

Al contempo, il consigliere non ha risparmiato parole severe indirizzate all’operato dell’assessore alle Manifestazioni Claudia Brugioni: “Se è così, io sono anche d’accordo che bisogna dare una tirata d’orecchi a questo consiglio direttivo – ha affermato in apertura al suo intervento – Le consiglierei sindaco, se lei allunga un braccio, che può già cominciare a dare una prima tirata d’orecchie all’assessore Brugioni, che le sta a fianco la quale, non solo era parte di questo direttivo, che avrebbe dovuto convocare l’assemblea, ma che in questo stesso direttivo ha assunto un certo protagonismo se vogliamo, qualche volta, eccessivo”.

“Nel tirare le orecchie all’assessore Brugioni le chieda, sindaco, come mai nelle varie riunioni di direttivo a cui ha partecipato, non ha mai chiesto la convocazione di queste importantissime assemblee – ha rincarato – La verità è che dietro alle motivazioni ufficiali di questa delibera, le ragioni sono ben altre: è meglio dirlo subito, perché queste ragioni le conosciamo tutti. Mi pare abbastanza curioso lamentarsi di non essere convocati come soci di un’associazione, quando il Comune ha ben due rappresentanti nel direttivo che, a quanto mi risulta, si è sempre riunito con continuità negli anni”.

Bortoluzzi ha poi definito “strumentale” la richiesta dei bilanci, “con l’obiettivo di mettere in cattiva luce la gestione di una presidente, rispetto alle gestioni precedenti”, aggiungendo che “anche il bilancio 2018 non è stato approvato in assemblea e non c’è nessuna differenza”. Il consigliere ha quindi ricordato che il 15 settembre 2020, come scritto in un documento presentato in Comune dall’associazione Conegliano In Cima lo scorso 7 marzo (indirizzato al segretario generale Martina Pol e, per conoscenza, ai capigruppo consiliari), “l’assessore Claudia Brugioni affermava che, visto l’incrinarsi dei rapporti, si domandava se fosse giusto continuare questo percorso” e che sarebbe stata valutata “la presenza dell’amministrazione all’interno dell’associazione“.

Documento nel quale viene citato l’articolo 17 dello statuto, riguardante il fatto che “ciascun socio può richiedere in qualsiasi momento copia del bilancio”: un punto ribadito più volte dalla minoranza nel corso della discussione.

“Sono personalismi eccessivi, ripicche personali e, ora, forse anche qualche regolamento di conti rimasti aperti dopo le elezioni amministrative – ha proseguito Bortoluzzi – Io sono anche un po’ rammaricato per i tanti commercianti che vedono in Conegliano In Cima un punto di riferimento che, da domani, è chiaro che verrà un po’ messo in discussione e la sua attività sarà un po’ più difficile”. 

Bortoluzzi ha quindi sottolineato più volte quanto “l’individualismo sfrenato di chi pensa un po’ di essere il padrone della città” sia alla base del problema: “È evidente che qualcuno nella giunta, che è anche caratterialmente forse incline al dibattito, debba cambiare un attimino postura ed essere più contenuto”, ha affermato il consigliere, il quale ha invitato il sindaco Chies a non uscire dalle associazioni.

Stefano Dugone (Libertà civica e popolare-Conegliano al centro) ha affermato che “uscire dall’associazione è dare uno schiaffo sonoro ai commercianti della città”, osservando che, finora, nessuno avrebbe chiesto copia dei bilanci, come lo statuto invece consentirebbe di fare. “Voi avevate già deciso di uscire e il motivo politico è quello fondante”, ha continuato, chiedendo a quale altre associazioni, a cui il Comune partecipa, sia stato chiesto prima una copia dei bilanci.

Il consigliere ha quindi commentato l’accaduto, sostenendo che sarebbe stato “costruito un paravento per nascondere altre motivazioni”, asserendo che “non c’è obbligo di voto dei bilanci in assemblea” e definendo la faccenda come un “cortocircuito politico”.

Da parte sua, Francesca Di Gaspero (Noi democratici) ha osservato quanto l’amministrazione, “invece di stare al fianco dei commercianti”, abbia deciso di “chiudere la porta ai negozianti”, con la propria volontà di uscire dall’associazione, affermando a margine che, a proposito delle attività, non ci sarebbero aggiornamenti circa il progetto di rilancio predisposto dal manager del commercio. “Se veramente la motivazione è non aver visto i bilanci di un’associazione a cui il Comune fa parte, a maggior ragione mi aspetto di vedere pubblicati i bilanci degli eventi di Natale degli ultimi due anni”, ha rincarato la capogruppo.

Maurizio Tondato (Lega) ha osservato che la “scelta non è coerente con gli interessi del territorio”, ricordando “il valore sociale dell’associazione nel tempo” e prevedendo delle conseguenze negative per tutta la città: “Non credo si debbano interrompere delle esperienze che in passato hanno avuto riscontri positivi”, ha affermato.

La difesa della maggioranza e la decisione finale

Di fronte alle rimostranze dell’opposizione, la maggioranza non si è fatta cogliere impreparata ma, al contrario, ha difeso con altrettanta passione la propria causa.
Difesa partita da Dino Parrano, il quale non ha definito accettabile l’idea che l’amministrazione possa essere accusata di mancata trasparenza e osservando che, invertendo le posizioni, la minoranza avrebbe reagito esattamente al medesimo modo, di fronte allo stato attuale delle cose. A suo avviso, inoltre, il recesso sarebbe stato un passo da compiere prima, vista la piega politica che, a suo dire, avrebbe preso Conegliano In Cima.

Christian Dal Bo‘ ha espresso il proprio disaccordo in riferimento a quanto detto in precedenza da Stefano Dugone, osservando che i bilanci devono essere votati durante l’assemblea, da considerare come un vero e proprio “organo di controllo”. Allo stesso tempo, ha ricordato quanto l’amministrazione non sia mai venuta meno ai propri compiti, dimostrando disponibilità in occasione di eventi come Festalonga.

Matteo Zucol ha invece osservato quanto l’assenza di assemblee e di bilanci da parte dell’associazione siano sinonimo di una sua inaffidabilità, mentre Mario Luca ha evidenziato che “le regole devono essere rispettate”.

Commenti al tema in questione sono giunti anche da Enzo Perin e da Monica Feletti la quale, alla luce della propria esperienza nelle associazioni, ha affermato che l’operato da condurre non sia quello che ha caratterizzato Conegliano In Cima. Marzia Bottecchia, invece, ha evidenziato la possibilità per un direttivo di fare un passo indietro, “per lasciare spazio a chi ha più capacità”.

Sul tema è intervenuto anche il vicesindaco Claudio Toppan, il quale ha riferito in aula che si tratta di una “palese situazione di mala gestione”, di fronte alla quale “si fa di tutto per salvare l’insalvabile” e osservando che sarebbe bastata una telefonata per avvisare circa la necessità di sistemare qualcosa nei bilanci, cosa mai fatta di fronte alle sollecitazioni da parte dell’amministrazione per la presentazione dei documenti.

A suo avviso, Conegliano In Cima avrebbe dimostrato una “palese volontà di snobbare o infastidire un socio mai gradito”.

Da parte sua, Claudia Brugioni ha iniziato il proprio intervento rispondendo in primis alla frecciata a lei indirizzata da Bortoluzzi, dopo aver riferito che “il Natale è costato 8 mila euro all’amministrazione”. “Il consigliere Bortoluzzi non perde occasione per dimostrare di non essere un signore – è l’attacco dell’assessore – Lo statuto dice che ci sono 19 membri in direttivo, 2 dell’amministrazione: l’assessore Brugioni è nel suo mirino e nella sua testa. Lei è un avvocato, ma ascolta quello che viene riferito dai giornali”.

“Il 15 settembre 2020, di fronte a fatti di trascuratezza del socio, sono andata in direttivo a chiedere l’assemblea – ha affermato – Ci siamo reinsediati nel 2021 e sono stati fatti tre direttivi in un anno e mezzo, assemblee non sono state fatte per quattro anni. Tre direttivi, due dei quali richiesti dall’amministrazione e uno per parlare di Festalonga, perché qualcuno urlava al complotto all’evento e a Conegliano In Cima, perché non davamo il contributo da 5 mila euro che l’associazione chiedeva”.

“Io ho guardato i bilanci: non si capisce niente. Quando si va in assemblea, si portano anche i documenti, in modo che il socio possa visionarli – ha aggiunto – Mi sembrate tutti poco documentati sulla reale attività di Conegliano In Cima”.

“Se l’Italia esce dalla Nato, ne parliamo di meno”, ha ironizzato il sindaco Chies, considerato il protrarsi della discussione. Il primo cittadino ha contestato il gesto dell’associazione di presentare i bilanci “tutti in un colpo”: “Quasi quasi dobbiamo essere contenti di riceverli e portare un premio – ha rincarato – Probabilmente ora lavoreranno meglio e ricordo che l’associazione di categoria dei commercianti è l’Ascom. Nessuno ha attaccato nessuno, ma ci si basa su fatti reali. L’attaccamento ‘alla carega’ non è certo di coloro che sono stati votati dai cittadini”.

“Al momento la decisione migliore per la città è questa – ha concluso – Abbiamo perso l’opportunità soprattutto di andare a casa prima”.

La seduta si è conclusa con l’approvazione del recesso dalla maggioranza, il voto contrario della minoranza e un voto astenuto da parte del presidente del consiglio comunale Isabella Gianelloni: il “divorzio” è ora definitivo.

(Foto: archivio Qdpnews.it).
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