Esistono storie, specialmente storie di donne, che vengono a galla a poco a poco e a distanza di tempo: è il caso, ad esempio, della vicenda di Maria Anna Mozart (“Nannerl” per amici e parenti), sorella del più noto Wolfgang Amadeus Mozart.
Sorella talentuosa del grande nome della musica, la sua storia fu però destinata a rimanere per lungo tempo nascosta e dimenticata.
Una vicenda, però, riaffiorata e valorizzata grazie al volume di Rita Charbonnier “La sorella di Mozart”, edito da Marcos y Marcos.
Il volume è stato presentato nei giorni scorsi all’ex convento di San Francesco a Conegliano, grazie alla collaborazione con la libreria L’Albero Centro didattico, nell’ambito della rassegna concepita dal Comune, con l’assessorato alla Cultura, e intitolata “Storie di donne”: un calendario di appuntamenti dedicati alle figure femminili più o meno note, riscoperte attraverso le pagine di alcune opere letterarie.
A moderare l’incontro è stata Annarosa Tonin.
Il libro, primo romanzo di Charbonnier (sceneggiatrice e giornalista), si basa sulla biografia di Maria Anna Mozart, un “piccolo genio musicale” a cui venne impedito un exploit nel mondo della musica dalla sua stessa famiglia.
La sua storia purtroppo è simile a quella di tante altre donne del passato, condannate all’oblio nonostante il proprio talento, solo per il fatto di essere donna.
A fare la propria parte in questo contesto, sono state sicuramente le convenzioni sociali del tempo, che vedevano la donna negli unici ruoli di madre e di moglie. Tutto il resto non era consentito.
All’epoca di Maria Anna, la musica per il mondo femminile era considerata solamente un passatempo domestico e non di certo una possibilità di carriera, come nel caso del fratello Amadeus. Una situazione per la quale Maria Anna soffrì moltissimo.
“Fratello e sorella inizialmente giravano insieme come due bimbi prodigio – ha raccontato l’autrice – Maria Anna era anche compositrice e lo si sa da alcune lettere di Mozart, in cui le faceva i complimenti per i brani scritti”.
Attualmente non ci sono prove che suggeriscano o supportino la tesi di un’influenza di Maria Anna nella ben nota produzione mozartiana, ma sta di fatto che Wolfgang Amadeus non era l’unico genio musicale in famiglia.
Famiglia “concentrata sulla promozione del figlio maschio, nonostante Maria Anna fosse una bravissima pianista”. “Questa è una storia che deve essere raccontata”, è la frase di Charbonnier, pronunciata per spiegare la scelta di scrivere quello che, a tutti gli effetti, è il primo capitolo di una trilogia dedicata a storie femminili dimenticate del mondo della musica.
Il libro, che non ha avuto una semplice gestazione iniziale, in principio doveva essere il testo per una sceneggiatura che raccontasse la storia di Mozart, dal punto di vista della sorella.
Le pagine racchiudono anche dei riferimenti all’epistolario di Mozart, mentre emerge la figura paterna, responsabile della fine prematura della carriera musicale di Maria Anna.
Mentre in altre vicende di donna è proprio il padre a incoraggiare il talento della figlia, in questo caso il papà dei due fratelli prodigio (anch’egli un ottima musicista alla corte dell’arcivescovo di Salisburgo), si oppose con forza all’emergere del talento della figlia.
La conseguenza fu il fatto che Maria Anna poté vivere l’esperienza di moglie e di madre, ma non quella di musicista professionista. Il risultato furono delle dolorose emicranie sofferte ogni qualvolta il fratello partiva per un viaggio di promozione della propria musica.
(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
#Qdpnews.it