Politiche 2018, la parola agli esclusi di Conegliano: Corte Coi, Damiano e D’Intinosante

Si sono concluse anche queste elezioni del 2018, un appuntamento che ha tenuto molti con il fiato sospeso. In attesa di quelle che saranno le sorti per la costituzione del nuovo governo nazionale, c’è chi a Conegliano prende la parola al fine di commentare il risultato ottenuto: gli esclusi, ovvero i candidati che non hanno ricevuto un numero di voti necessario per l’entrata in Parlamento.

Federica Corte-Coi (nella foto), 46enne capolista della Civica Popolare Lorenzin per la Camera dei deputati nel collegio Treviso-Belluno, ha osservato: “Io credo che la volontà degli elettori sia sovrana, ma mi chiedo se davvero venga rappresentata, in quanto siamo di fronte a una serie di partiti antidemocratici”.

“Si delinea infatti – ha continuato Corte-Coi – una serie di arroganti e incompetenti come rappresentanti della società civile, i quali mal rappresentano il Paese. Ci portano verso un quadro politico che non rispecchia la Nazione. Il mio auspicio è che si torni a dei partiti dove si faccia davvero della politica”.

“I contenuti e le persone sono scadenti – ha aggiunto Corte-Coi- e il problema dei partiti è che non sono strutturalmente democratici. Si tratta di una storia che dura da 25 anni e non c’è democrazia nel momento in cui non si vede un ricambio dopo che un leader ha concluso la propria attività. Manca un progetto politico credibile e spero che si ricrei un tessuto politico e democratico: se non c’è democrazia non si va da nessuna parte e il sistema democratico è a rischio. I giovani stanno andando incontro a dei periodi bui, caratterizzati da un livello molto basso del dibattito politico, che non si è sviluppato attorno a dei temi”.

Anche Stefano D’Intinosante(nella foto, al centro), classe 1969 e candidato al Senato della Repubblica con la lista Sinistra Rivoluzionaria nel collegio uninominale di Treviso e nel collegio plurinominale Veneto 1, si è dimostrato molto critico verso un “risultato che segnala un arretramento. Le classi dei lavoratori, i giovani e precari hanno sbagliato affidando la propria rappresentatività ai grillini e ai leghisti”.

“I cittadini – ha proseguito D’Intinosante – sono stati ingannati da un lato dalla propaganda basata sulla paura e sulla risposta a un’emergenza, creata ad arte, di un’invasione, mentre dall’altra fondata sulla promessa di un reddito di cittadinanza. Intanto sussistono i problemi del lavoro per i giovani e il reddito di cittadinanza si dimostrerà una truffa: bisogna creare il lavoro e non una classe di assistiti”.

“Noi proponevamo – ha aggiunto D’Intinosante – una prospettiva di lavoro tramite la cancellazione del debito pubblico, l’unico modo per trovare le risorse necessarie. Comunque continueremo a mettere al centro il valore del lavoro contro quello del capitale, come fanno gli altri che ripongono la propria attenzione solamente sugli interessi della piccola e media borghesia. Un’altra proposta truffaldina è quella dell’abolizione della legge Fornero e non verranno mai presi dei provvedimenti per la questione del debito pubblico. Tuttavia, continueremo con tenacia nella costruzione del Partito comunista dei lavoratori, ponendo al centro la difesa delle ragioni del lavoro, cosa che le forze elette non fanno: il risultato non ci demoralizza”.

Il concetto di un voto espresso “per paura” pare essere il tema che accomuna i tre ex candidati coneglianesi esclusi del Parlamento, a giudicare anche dalle parole di Lorenzo Damiano (nella foto, a destra), classe 1965 e candidato del Popolo della Famiglia alla Camera dei Deputati per il collegio uninominale di Treviso: “Abbiamo ottenuto quasi 350.000 voti in tutta Italia, ma auspicavamo al raggiungimento del 3% e avevamo il sentore che ciò accadesse”.

“C’è stato, inoltre – ha dichiarato Damiano – chi mi ha confessato che pensava che dare il voto a noi avrebbe significato sprecarlo, perché non avremmo avuto il potere di fare nulla. Mi è molto dispiaciuto e devo dire che i media non hanno dato spazio alla nostra propaganda in tutta Italia. Siamo rimasti scontenti e i voti ottenuti non sono né pochi e né tanti. Abbiamo una base di partenza che non è male, considerando che esistiamo da un anno e mezzo. Non ci siamo alleati con nessuno, in quanto essere da soli significa essere coerenti. Sinceramente spero che le forze elette non riescano a mettersi d’accordo, così gli italiani vedranno dov’è la coerenza. Anche per le banche nessuno ha fatto nulla di politico e nessuno è andato in galera. Noi non ci siamo venduti a nessuno e continueremo così. Siamo preoccupati per questa situazione, ma continueremo a lavorare”.

(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Qdpnews.it ® riproduzione riservata).
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