Continuano serrate le indagini dei Carabinieri della Compagnia di Conegliano per cercare di risalire ai Killer che nella notte tra venerdì e sabato sono entrati a casa della 72enne Margherita Ceschin soffocandola mortalmente. Importanti novità potrebbero arrivare dai risultati delle indagini dei Ris di Parma che ieri, giovedì, per oltre sette ore hanno cercato impronte e tracce biologiche.
Ad essere analizzato minuziosamente tutto il percorso che chi ha ucciso Margherita avrebbe compiuto, dalla recinzione dell’appartamento, passando per la macchina fino all’interno della casa. Il raggruppamento Carabinieri indagini Scientifiche ha isolato alcune impronte sull’auto che è stata utilizzata come scala per arrivare al terrazzino mentre pare che nessuna sia stata trovata sui tubi del gas e in altre zone esterne dell’abitazione. Ora queste impronte verranno analizzate nei laboratori di Parma escludendole nel caso fossero della vittima o di altre persone estranee ai fatti. I Ris hanno però cercato anche tracce biologiche, come capelli o pezzi di pelle, utili a risalire ai colpevoli.
Un importante contributo potrebbe arrivare anche dalle immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona che hanno registrato alcune sagome nei pressi dell’abitazione della donna. Le stesse sagome pare siano state immortalate anche nei giorni successivi quando erano in corso le indagini dei Carabinieri.
Fondamentale sarà anche l’esito delle analisi dei Ris di Parma sul cellulare della donna trovato distrutto e messo nel lavandino con ancora l’acqua aperta. Rimane il mistero del motivo per il quale chi ha ucciso la donna sia scappato solamente con il portafoglio all’interno del quale erano presenti pochi euro senza rubare ori o altri oggetti di valore. Che si tratti di alcuni sbandati in cerca solo di denaro contante magari per l’acquisto di sostanze stupefacenti? O una volta capito la gravità del fatto compiuto siano scappati senza prendere altro? In questo momento la priorità rimane comunque quella di identificare i Killer e la velocità nelle indagini conferma che “questo è un caso di assoluta priorità” come specificato dal Procuratore di Treviso Marco Martani all’indomani dell’omicidio.
Nel frattempo, c’è chi si è mosso per porre l’attenzione sul tema della sicurezza in Italia: si tratta dell’associazione Resistere, che vede Riccardo Szumski come suo portavoce.
Associazione che ha inviato una lettera, sul tema dell’emergenza sicurezza, al ministro della Giustizia Carlo Nordio, al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, al presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti e, per conoscenza, al premier Giorgia Meloni.
Lettera che non usa mezzi termini nell’evidenziare quanto il delitto di Margherita Ceschin sia una riprova, a parere dell’associazione, di quanto “le istituzioni dello Stato Italiano non riescono a garantire la sicurezza dei cittadini in alcun modo“.
“Ci spiace per le Forze dell’Ordine che, nella quotidianità, sono costrette a operare in condizioni di oggettiva difficoltà, con il rischio di essere incriminate per non aver usato i guanti di velluto – si legge – Ci dispiace per i cittadini che sono condannati per essersi difesi da ladri e rapinatori (in Veneto i casi Onichini e Zen restano emblematici per la durezza dei giudici nei loro confronti, durezza che mai si registra per assassini, stupratori, ladri e rapinatori)”.
“Chiediamo che Governo e Parlamento, l’opinione pubblica, e i semplici cittadini soprattutto, inizino un’azione di pressione, affinché si cambi rotta, sia nella legislazione che nei giudizi della magistratura – prosegue la lettera – Le nostre realtà venete, anche nei centri minori, stanno degenerando, per cui non si è più sicuri alla sera nelle vie cittadine e neanche nelle proprie abitazioni, complice in questo anche il comparire di bande adolescenziali, che operano sapendo essere praticamente impunibili”.
“Caro ministro Nordio va bene la revisione del reato di abuso d’ufficio, ma i cittadini attendono una maggiore severità nei confronti di coloro che delinquono abitualmente – conclude – Alle chiacchiere, a cui siete adusi, fate seguire dei fatti concreti”.
(Ha collaborato: Simone Masetto).
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