Nelle terre dell’Antico Egitto: al Sarcinelli un “viaggio verso l’immortalità”

Al Sarcinelli la mostra “Egitto. Viaggio verso l’immortalità”

Scoprire l’antichità, con le sue usanze e credenze: è questo lo scenario della mostra “Egitto. Viaggio verso l’immortalità”, che aprirà domani a Palazzo Sarcinelli, a Conegliano, e rimarrà aperta fino al prossimo 6 aprile.

La mostra, curata dall’egittologa Maria Cristina Guidotti, è ideata da Contemporanea Progetti, realtà che ha organizzato l’iniziativa assieme ad Artika (di Daniel Busi ed Elena Zannoni).

Il tutto in collaborazione con il Comune di Conegliano e il patrocinio di Treviso (e una cordata di sponsor), per un totale di 100 reperti prestati dal Museo archeologico nazionale di Firenze (il secondo in Italia per importanza), giunti nella città del Cima dopo una tappa internazionale in Danimarca.

Tra questi, anche alcuni scoperti durante le spedizioni guidate da Jean-François Champollion e Ippolito Rosellini, quest’ultimo considerato il padre dell’Egittologia italiana.

Un viaggio, quello proposto, tra mummie (è una curiosità il fatto che questo termine è di origine persiana e si riferisce a un farmaco utilizzato per delle cure), sculture e corredi funerari verso i Campi di Iaru, ovvero il paradiso egizio.

Questo popolo antico credeva infatti che la morte fosse il passaggio verso una nuova vita, dove l’anima si sarebbe reincarnata nel proprio corpo, così da continuare la propria esistenza nell’aldilà.

Ecco, quindi, il motivo di tutta una serie di processi di imbalsamazione e di oggetti riposti con il defunto, che gli sarebbero potuti servire nel suo viaggio verso la vita eterna.

La mostra racchiude reperti di un periodo storico che copre oltre duemila anni, ovvero dal Medio Regno (fine del terzo millennio a.C.) fino all’epoca greco-romana.

Senza dimenticare un riferimento alle divinità come Anubi, Osiride, Iside e Horus.

L’inaugurazione della mostra

Se inizialmente le mummie vennero esibite per lo più come “fenomeni da baraccone”, a Ottocento inoltrato gli egittologi iniziarono ad analizzare questi corpi.

Durante le analisi emerse la presenza degli “ushabti” (termine che significa “colui che risponde”), ovvero delle piccole statuine (visibili in mostra) che il defunto si portava nella tomba.

E questa è soltanto una delle usanze emerse nel corso della cerimonia di inaugurazione tenutasi oggi a Palazzo Sarcinelli.

“Nessuno voleva trascorrere l’aldilà lavorando, – è emerso – quindi si credeva che la statuina, che portava il nome del proprietario e degli strumenti da lavoro in miniatura, si sarebbe animata per lavorare al posto del defunto”.

“Sono orgogliosa di questa mostra e c’è già l’adesione dalle scuole del territorio – ha detto Cristina Sardi, assessore alla Cultura del Comune di Conegliano – Per le scuole (specialmente per le elementari e medie) è stato riservato un numero considerevole di posti”.

“Questa è una grande mostra in cui si è investito tanto – le parole del sindaco Fabio Chies, prima del tradizionale taglio del nastro – Una mostra interessante con oltre 1.500 biglietti gratuiti per le scuole e 75 visite guidate“.

“L’idea della mostra è nata anni fa, durante un lavoro di analisi al Museo Egizio di Firenze – ha riferito la curatrice Maria Cristina Guidotti – La speranza degli antichi egizi era quella di poter vivere per sempre nell’aldilà, motivo per cui l’anima aveva bisogno anche del corpo”.

“Per questo la mostra comprende gli oggetti che accompagnavano il defunto, come vasi vari e da toilette: un modo per dare uno sguardo alla loro vita quotidiana”, ha continuato, ricordando la nascita del Museo Egizio di Firenze nel 1855, poi trasferito nella sede attuale dall’egittologo piemontese Ernesto Schiaparelli.

Tra i reperti esposti, la mummia di una donna tra i 25 e 30 anni e quella di un bimbo di un anno. Addirittura la mummia di un falco e di un cane (era usuale che gli animali, specialmente quelli considerati sacri, venissero tumulati come gli uomini).

E ancora i sarcofagi (usati per accogliere le mummie, ed evitare che ci fossero violazioni e deperimenti) dei sacerdoti, statuette varie raffiguranti i defunti, amuleti contro le forze maligne, ceste e statuine di terracotta, gioielli, anche d’oro (materiale associato al corpo degli dei).

Una mostra che offre l’opportunità di compiere un vero viaggio nell’Antico Egitto, rimanendo nel cuore del centro storico di Conegliano.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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