Il passaggio di proprietà dell’ex cotonificio di Conegliano ormai è cosa fatta e ufficializzata da due settimane: a riferirlo è Luciano Mazzer, patron dell’azienda Tegola Canadese, il quale si è sbilanciato su quello che sarà il futuro dell’area: “Ci metteremo lì e ci accorderemo con il Comune per fare qualcosa che sia utile alla città – ha spiegato -. Non faremo sicuramente dei condomìni ma un hotel di alto livello, collegato a delle Rsa per persone autosufficienti, ma anche servizi di residence e aree per la sanità privata – ha proseguito -. Abbiamo in programma inoltre una struttura per studenti”.
Lo scorso mese il sindaco Fabio Chies, parlando del volto futuro della città e dei cantieri in previsione, riferì la volontà dell’amministrazione di proporre la realizzazione di un parcheggio multipiano, al posto dell’attuale area di sosta dell’ospedale a ridosso della struttura stessa dell’ex cotonificio.
Quella zona, infatti, sarà “ridisegnata”, secondo le nuove esigenze future della città, sempre più aperta ad accogliere gli studenti dell’ateneo di Padova ma anche improntata a una diversa organizzazione della viabilità.
Sul tema del parcheggio multipiano Mazzer non si è per ora sbilanciato. Al tempo stesso appaiono prematuri i tempi per un cronoprogramma dei lavori, ma l’imprenditore ha dimostrato di avere le idee chiare su quella che sarà la destinazione d’uso della proprietà acquisita: “In quell’area verranno raggruppati tutti i servizi che mancano a Conegliano – ha detto -. In 30 mila metri quadrati di area c’è spazio per separare i vari servizi. Ci sono altre idee in cantiere, ma sicuramente non faremo condomini. Mi piacerebbe creare lì anche un teatro all’aperto – ha rivelato -. Affideremo il progetto e i lavori a gente competente, che dovrà pensare di esaminare qualcosa che sia adatto al nostro territorio. Credo – ha concluso – che ci dovrà essere un ritorno morale per la città”.
E c’è la figura di Luciano Mazzer, patron di Tegola Canadese, dietro a due importanti progetti di riqualifica che riguarderanno non solo l’ex cotonificio di Conegliano ma anche l’ex cartiera Galvani di Vittorio Veneto, complesso storico sul fiume Meschio che attualmente versa in condizioni di abbandono.
Cosa spinga un imprenditore ad investire ingenti somme di denaro nel recupero di vecchie aree industriali dismesse lo spiega bene lo stesso Mazzer: “Di questo territorio abbiamo respirato l’aria, la mentalità, la tradizione, e proprio traendone l’essenza siamo diventati gli imprenditori che siamo oggi. Riqualificare le due aree è un modo per restituire bellezza ad territorio a cui dobbiamo moltissimo”.
“Con la collaborazione di Confindustria Veneto Est e Assindustria Veneto Centro abbiamo fatto delle ricerche sulle aree industriali in disuso, individuando in particolare quella di Conegliano e Vittorio Veneto allo scopo di trovare delle soluzioni per farle rivivere e restituirle alla comunità”. Nel caso di Conegliano, l’area che si avvia alla trasformazione si estende per 3 ettari sui quali, spiega Mazzer, sorgeranno “strutture che di cui una città moderna non può fare a meno”.
Non più ex cartiera di Galvani: la visione di Luciano Mazzer sul complesso di Vittorio Veneto è già rivolta al futuro “borghetto sul Meschio“, fiume che lambisce la città abbracciando l’area che si trasformerà in un borgo moderno e autosufficiente dal punto di vista energetico.
“Gli interventi previsti sono piuttosto grandi – prosegue il patron di Tegola Canadese – : vi sorgeranno un albergo, dei ristoranti, 30 appartamenti di un certo livello, il tutto inserito in un‘area naturalistica di pregio che è una vera e propria isola sul fiume“. La sostenibilità, e lo sa bene l’imprenditore del settore dell’edilizia, è un elemento imprescindibile quando si costruiscono edifici ex novo.
“L’idea di base che ci ha spinti come famiglia Mazzer a fare questo investimento sta proprio nel non cementificare aree nuove, bensì dare nuova vita a luoghi in cui ci sono già edifici esistenti che sono inutilizzati e in decadimento da tempo”.
“Le tempistiche per vedere l’opera completa? Fino adesso – conclude – ci siamo concentrati sulla pulizia dell’area e sulla messa in sicurezza: penso che per metà dell’anno prossimo potremmo già vedere il progetto prendere forma. Stiamo lavorando molto anche sul fronte delle autorizzazioni per riattivare delle turbine e sfruttare così la pendenza del fiume per creare energia elettrica. Sono ottimista, per quanto sia complesso, e penso che ci riusciremo. Dalla Sovrintendenza è già arrivato il via libera per installare una buona quantità di pannelli fotovoltaici che uniti a un impianto geotermico potrebbero dare vita a un villaggio autosufficiente dal punto di vista energetico”.
(Ha collaborato Rossana Santolin. Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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