Ha scatenato delle polemiche in città il progetto di recupero dell’ex area delle Fornaci Tomasi a Conegliano, progetto con al centro la realizzazione di un grattacielo di 19 piani, che sarà il fulcro di una zona che avrà una destinazione direzionale e commerciale (qui l’articolo).
Sul tema si è espressa anche Italia Nostra, associazione impegnata nella difesa del patrimonio storico-paesaggistico territoriale, in particolare la sezione di Conegliano guidata da Giuliano Mocchi, dopo aver condotto una lettura dei documenti e delle planimetrie che compongono il progetto relativo a un’area “dismessa da decenni e abbandonata a se stessa”.
“Chiunque può concordare sul fatto che la riqualificazione di elementi significativi di archeologia industriale e un riuso degli elementi superstiti sia un’azione necessaria per salvaguardare la memoria collettiva, l’identità e la storia economica di una comunità locale. – è la premessa fatta da Giuliano Mocchi – Ogni progetto che si ponga tale obiettivo, come in questo caso, deve cercare di armonizzare il nuovo con l’esistente, con il tessuto urbano consolidato e con il territorio nel quale si inserisce”.
“In questo caso pensiamo si debba tener conto dell’importantissimo riconoscimento di Patrimonio dell’umanità delle Colline Conegliano-Valdobbiadene, sopravvenuto dopo l’approvazione dell’accordo in oggetto. – prosegue – L’area delle ex Fornaci Tomasi a Conegliano si trova, a immediato contatto con la zona di tutela Unesco, denominata ‘buffer zone’. Siamo proprio certi che il progetto non possa incrinare quell’integrità territoriale e paesaggistica riconosciuta dall’Unesco?“.
“E se è vero che questo progetto riveste un dichiarato interesse pubblico, è altrettanto vero l’indubbio interesse del privato: spesso i Comuni, per far sì che aree degradate del territorio vengano bonificate da investitori privati, accettano anche contropartite molto pesanti, concedendo cubature spesso sproporzionate, così da garantire un rientro economico. – aggiunge Mocchi – Nell’area delle ex Fornaci Tomasi, il Comune ha evidentemente salvaguardato la non edificabilità sulla proprietà pubblica, concedendo una cubatura elevata sulla rimanente superficie privata. L’investitore sfrutta appieno la superficie edificabile, costruisce in altezza, ed ecco i grattacieli in progetto, ovvero due torri contigue, una di oltre 80 metri!“.
Oltre a ciò, Mocchi indica come il progetto “dovrà essere effettivamente sostenibile, attuando anche tutte le prescrizioni che ha indicato la Commissione Regionale Vas, in particolare per quanto riguarda il controllo permanente che dovrà interessare l’ex discarica bonificata, con la sua messa in sicurezza totale”, assicurando “un impatto minimale, sia acustico sia di emissione di gas in atmosfera dalle attività produttive previste e attuare gli interventi di mitigazione ambientale e di monitoraggio delle acque sotterranee, con la realizzazione di una rete di controllo estesa all’intera area”.
Secondo quanto riportato dal presidente di Italia Nostra, i documenti analizzati non presenterebbero “un rilievo puntuale sullo stato di fatto della vegetazione esistente, che purtroppo non è presente, così da orientare una scelta progettuale ponderata al fine di una salvaguardia di eventuali emergenze botaniche o elementi ecologico-ambientali di pregio“.
Non sarebbero presenti, a tal proposito, degli “schemi-tipo, seppur generali, di ricostituzione arborea nelle diverse aree o dei prospetti semplificati che illustrino l’impiego delle diverse piante per le zone a boschetto, a parcheggio, lungo i viali e nelle aree di sosta e di ricreazione”.
“Sarebbe utile – conclude Mocchi – poter disporre di maggiori informazioni sulla riqualificazione dell’area verde, rispetto a semplici rendering che non sempre illustrano in maniera esatta quello che potrà essere il futuro intervento. Il verde fruibile dai cittadini, il grande parco urbano che dovrà essere realizzato, non può e non deve rimanere un argomento residuale e relegato a semplice corollario del costruito”.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Italia Nostra).
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