Suggestione e tendenza a confronto: sono i due elementi che emergono di fronte alla vista di un’immagine in bianco e nero, che raffigura i nostri luoghi, territori che, spesso e volentieri, presi dalla frenesia della nostra quotidianità, non ci fermiamo a osservare con la dovuta attenzione.
Ciò avviene, ad esempio, guardando una foto risalente al 1942, che raffigura il panorama della città di Conegliano vista dalle alture del castello di Conegliano.
La foto è stata realizzata da Vittorio Celot Celotti, appassionato fotografo che, negli anni, ha scattato numerose immagini della città (dal centro fino alla periferia), poi catalogate e conservate da Alberto, uno dei figli.
Alcune di queste istantanee sono state raccolte all’interno di un calendario, messo a disposizione in copie omaggio, prima della fine dell’anno vecchio.
Un calendario 2024 che racchiude una galleria di immagini in bianco e nero, come ad esempio l’incrocio tra le vie Colombo e Calvi, l’area della Ferrera, piazza IV Novembre, l’ospedale civile “Santa Maria dei Battuti”, la zona delle vie Caronelli e Garibaldi.
Scorci della città che contribuiscono a raccontare il percorso affrontato da Conegliano nell’ambito delle geografie urbane, una branca di studi che affronta i cambiamenti di un contesto territoriale, tenendo in considerazione le caratteristiche storico-antropologiche di un luogo.
Facendo un rapido confronto con il panorama cittadino visto dal castello, nel 1942 (quindi durante il periodo bellico) e ai giorni nostri, spicca quanto l’industrializzazione e il progresso abbia portato una maggiore densità di popolazione, rappresentata da un pullulare di edifici, specie in aree in precedenza verdi.
Se negli anni Quaranta erano maggiori queste aree verdi, ben visibili all’occhio, oggi invece quelle zone vedono edifici e condomini, sede di appartamenti e di uffici.
Assente la zona dell’ex area Zanussi, ex “buco nero” attualmente soggetto a un percorso di rigenerazione urbana. Così come lo Shopping Center (“Biscione”), in passato sostituito dall’edificio del Consorzio agrario, poco prima del sottopassaggio di via Pittoni.
Nell’immagine attuale, invece, sono riconoscibili elementi che si sono introdotti nel contesto urbano nel corso degli anni, come ad esempio le cosiddette “Torri Verdi” vicino al complesso residenziale dei “Sette Borghi”.
Un pullulare di edifici che si accompagna ad alcuni elementi simbolo della città, come ad esempio il campanile del Duomo di via XX Settembre oppure la chiesa dei Santi Rocco e Domenico, in corso Vittorio Emanuele II, da sempre testimoni dello scorrere del tempo.
Un confronto che, ancora una volta, ben rappresenta quelli che sono stati i cambiamenti urbani sopraggiunti nel nostro contesto territoriale.
(Foto: Qdpnews.it – gentile concessione di Alberto Celot Celotti).
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