Ieri sera la sala consiliare del municipio di Conegliano ha ospitato, in anteprima nazionale, il volume “I Carabinieri Reali nella Grande Guerra. Caporetto. Il ripiegamento sulla linea di resistenza del Piave” (edito da Centro studi e ricerche Magis vitae).
Si tratta di un’opera scritta da Francesca Parisi, maresciallo maggiore in servizio al Comando Tutela Patrimonio Culturale, che l’autrice ha illustrato nel corso dell’iniziativa organizzata dall’associazione “Collezione Antoniazzi. Museo dei Reali Carabinieri”.
Il volume ha analizzato le criticità affrontate dall’Arma nel corso della Grande Guerra, specialmente nella fase bellica della ritirata di Caporetto, durante la quale si verificò un fenomeno di sbandamento, che coinvolse le truppe dell’Esercito Regio.
Da lì l’esigenza di creare delle Legioni, come ad esempio la Legione Carabinieri Reali di Verona e il 1° Gruppo di Legioni, entrambi dipendenti dal Comando generale dell’Arma, senza contare i Comandi di nuova formazione sorti nei territori occupati e sottoposti agli ordini diretti del Comando Supremo del Regio Esercito.
In sostanza, i Carabinieri Reali si trovarono costretti ad affrontare attività di contenimento dello sbandamento delle truppe militari e, allo stesso tempo, a occuparsi dell’azione di sgombero delle popolazioni durante il conflitto.
Per quanto riguarda lo sbandamento delle truppe, diversi militari abbandonarono il fronte, in un periodo storico in cui la diserzione, secondo il Codice penale militare ottocentesco, era intesa come l’allontanamento dal campo di guerra sia in assenza che in presenza del nemico.
Esisteva quindi il problema oggettivo di dover fronteggiare le esigenze del territorio, ovvero la situazione di sbandamento portata da Caporetto e un’evidente carenza di organico, di fronte alle quali “l’Arma ha comunque tenuto”.
Motivo per cui ci furono diversi avvicendamenti al comando dei Carabinieri Reali, in un momento storico di “confusione generalizzata, in cui c’era il rischio di perdere il contatto con il reparto”, di incorrere in problemi d’ordine pubblico e di dover fronteggiare scioperi militari.
“Quando l’Arma si è trovata nelle condizioni di poter lavorare appieno, è riuscita a tenere unito il Paese”, ha chiarito l’autrice.
Il volume, quindi, è stato proposto come “un’occasione di osservare gli eventi in maniera più estesa e imparziale, libera da pregiudizi e dall’esigenza di individuare errori e attribuire responsabilità”.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
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