Don Marco Dal Magro riceve in Brasile 2000 mascherine e incontra le classi di catechismo di Conegliano via meet

Don Marco dal Magro ha ricevuto 2 mila mascherine chirurgiche e martedì della scorsa settimana online ha incontrato una classe di catechismo della parrocchia di San Pio X di Conegliano.

Questo il legame missionario che attraverso lui lega le persone della sua terra natale e le comunità della diocesi di Vittorio Veneto alla gente della parrocchia del Brasile dove opera da un anno.

Il parroco della paroquia “Nossa Senhora do Perpétuo Socorro” a Tanhaçu a Bahia in Brasile è preoccupato perché i positivi al Covid-19 sono aumentati significativamente. E sembra che tale incremento sia, per certi versi, riconducibile alle recenti elezioni comunali, con gli annessi comizi che le hanno precedute e i festeggiamenti dello schieramento vincente che sono seguiti. Insomma pare che il non rispetto del distanziamento sociale e dell’uso della mascherina abbiano contribuito a far lievitare i contagi.

“Fino a un mese fa – racconta don Marco – la situazione era tranquilla con 10, 15 casi. Poi il 15 di novembre ci sono state le elezioni e di settimana in settimana il numero delle persone positive al coronavirus è cresciuto e ora siamo a 107 casi su un comune di ventimila abitanti”.

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La parrocchia di don Marco ha un territorio esteso come l’intera diocesi di Vittorio Veneto. Ci sono parrocchie brasiliane limitrofe alla sua con 500 casi e c’è tanta gente che ciononostante continua a non indossare la mascherina e a socializzare, a vivere la propria vita come se niente fosse”.

“Non è facile avere un monitoraggio reale sul numero dei contagiati, perché molti fanno i tamponi nelle cliniche private. E solo gli interessati conoscono l’esito del tampone. C’è anche la difficoltà – aggiunge – della lontananza dall’ospedale a cui possono rivolgersi, che si trova a 500 chilometri di distanza. Inoltre, stiamo vivendo una situazione politica di passaggio dal sindaco uscente, un medico, che non è stato riconfermato e l’insediamento del nuovo primo cittadino: al momento, sembra che non verrà promulgato alcun decreto in chiave Covid–19”.

L’arrivo delle due mila mascherine è stato provvidenziale?

“Sì! Me ne sono arrivate di tutti i tipi, di tutti i colori, per tutte le età. L’idea di raccoglierle e poi di inviarmele è nata a Trichiana e Sant’Antonio Tortal, terra bellunese dove sono nato e ho vissuto prima di entrare in seminario. La raccolta che ha coinvolto l’intera forania Zumellese è stata promossa durante il mese missionario di ottobre. Poi, grazie al supporto del Centro diocesano missionario della diocesi di Vittorio Veneto, mi sono state spedite. A tutti rivolgo il mio grande ringraziamento”.

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Martedì via Meet hai incontrato una classe del catechismo della parrocchia di San Pio X di Conegliano, dove eri in servizio come cappellano prima di partire per la missione.

“È stato un bellissimo momento di dialogo sui temi della missione, reso possibile all’iniziativa del parroco e delle catechiste”.

Nostalgia della tua famiglia e della tua Sant’Antonio Tortal?

“Un po’ di nostalgia c’è. Speravo di poter rientrare a gennaio, per poter riabbracciare i miei familiari, i miei parenti, di rivedere gli amici, i miei ambienti naturali. Non sarà così. Comunque ogni domenica via Meet c’è la riunione di famiglia, per rivederci e parlare, anche se solo in via digitale”.

(Fonte: Loris Robassa © Qdpnews.it).
(Foto: Don Marco Dal Magro).
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