“Dal cielo continuerà a essere nostra compagna di strada”: Duomo gremito per l’addio a Elisa De Nardi

Duomo di Conegliano gremito di gente questa mattina, per l’addio a Elisa De Nardi, la 39enne deceduta domenica nell’area di Forcella Giau, travolta da una valanga.

Nonostante la pioggia battente, amici e conoscenti hanno riempito anche lo spazio esterno del Duomo. Tutti uniti per salutare un’amica e per stare vicini alla famiglia della defunta.

La bara di legno bianco, cosparsa di fiori blu, viola e bianchi, ha fatto il suo ingresso in Duomo, tra le lacrime dei presenti.

Presente alla funzione anche il sindaco di Conegliano, Fabio Chies e i genitori di Angel Abel Anchundia Ayala, il 37enne deceduto assieme ad Elisa, per il quale si è svolta ieri una cerimonia di addio.

Diversi i fiori donati alla famiglia, tra cui quelli degli “Amici e amanti dello scialpinismo”, testimoni di una passione sportiva che ha accompagnato Elisa fino alla fine. Passione testimoniata anche dalla scelta di alcuni presenti di venire alla funzione vestiti con abbigliamento da montagna.

Ad attendere la salma è stato monsignor Roberto Bischer, il quale ha pronunciato un’omelia molto sentita, sostenendo di aver preso spunto anche dai ricordi pronunciati ieri sera dagli amici di Elisa, durante la veglia di preghiera.

“Domenica Elisa è venuta a mancare e per la Chiesa era la seconda domenica di Quaresima – la premessa fatta dal monsignore – Il cuore di Elisa è sui monti. Ogni volta che si sale in montagna, attraverso quei sentieri rocciosi, le parole azzeccate sono: ‘Guarda il cielo, guarda cosa Dio ha creato per te'”.

“Alle vette appartiene l’essenza della nostra vita: fuggiamo dalle nostre vite quotidiane e dai problemi per andare sui monti, anche rischiando, per respirare quella che è l’ecologia del cuore – ha proseguito – Elisa era una ragazza forte, energica, piena di vita. La sua morte è stata una valanga: quella valanga che ha colpito Elisa ora ha travolto tutti noi, siamo anche noi sotto metri di neve”.

“La nostra vita appartiene a quelle vette, perché lì noi scopriamo quello che ci abita da sempre – ha proseguito – Sperimentiamo con i compagni di cordata una fraternità che qui non c’è: sui monti abbiamo una visione più ampia. Di fronte a quel panorama, cosa ha davvero valore?”.

“La trasfigurazione di Gesù avviene sui monti – ha detto ancora monsignor Bischer – Gesù è il compagno di cordata che mai ci abbandona. Sta a noi ora riuscire a sopravvivere in questa realtà che, a volte, la vita ci presenta e dalla quale non è facile riemergere”.

“Elisa ora, dal cielo, ci guarderà e continuerà a essere una nostra compagna di strada”, ha concluso.

Poi il feretro è stato condotto all’esterno del Duomo, per compiere il tragitto verso il cimitero di San Giuseppe, tra il silenzio di tutti i presenti.

(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
(Articolo e foto di proprietà di Dplay Srl)
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