Si svolgerà domani, domenica 23 maggio, la messa a Campolongo Maggiore in ricordo di Cristina Pavesi, giovane studentessa originaria di Treviso ma residente a Conegliano, deceduta il 13 dicembre del 1990 durante un attentato messo a segno dalla banda del boss Felice Maniero, mentre si trovava a bordo di un treno, di ritorno dall’Università di Padova.
Sarà un appuntamento sentito quello di domenica, in quanto alla giovane studentessa verrà intitolata l’ex villa di Maniero a Campolongo Maggiore, d’ora in poi ribattezzata come Casa delle associazioni.
Successivamente, alla scuola media del posto, verrà scoperto un murale, raffigurante i ritratti della stessa Cristina Pavesi e del giudice Francesco Saverio Pavone, noto per aver smantellato la Mafia del Brenta, scomparso un anno fa a causa del Covid-19 (qui l’articolo).
Un fatto commentato con grande emozione dalla zia paterna di Cristina, Michela Pavesi, che in passato aveva raccontato a Qdpnews.it le tappe di una vicenda ancora dolorosa, che aveva visto al centro la nipote, vittima senza giustizia della banda di Maniero (qui l’articolo).
“Sapevo da tempo dell’intitolazione della villa a Cristina, ma aspettavamo che migliorasse la pandemia da Covid-19. – ha spiegato Michela Pavesi – Già allora ero emozionata e sapere che quella villa diventerà la Casa delle associazioni mi ha colpito ancora di più“.
“Dove si concepiva il male, infatti, sarà proclamato e costruito il bene. – ha proseguito – In quella casa sorgerà la biblioteca della legalità e ci sarà un centro di accoglienza per le donne che hanno problemi con il proprio convivente”.
Un’intitolazione che può essere interpretata come una tappa di quello che appare, a tutti gli effetti, un vero e proprio percorso della memoria, per non dimenticare la figura di Cristina Pavesi e di tutti coloro che, come lei, hanno perso la vita a causa di azioni criminose.
Lo scorso dicembre, ad esempio, sempre a Campolongo Maggiore si era svolta una messa per il 30esimo anniversario della morte di Cristina, a cui aveva presenziato anche un pentito ed ex componente della banda di Maniero mentre, a marzo, alla giovane studentessa era stata intitolata una sala lettura della biblioteca “Andrea Zanzotto”, in via Luigi Giacomelli a Treviso (qui l’articolo).
Un percorso della memoria che si rivolge specialmente alle nuove generazioni, verso le quali Michela Pavesi ha dimostrato di nutrire una grande speranza.
“Alle nuove generazioni dico che la legalità non è un optional, perchè senza legalità non c’è libertà. – ha dichiarato – Cristina è seme di speranza perché, quando parlo con i ragazzi, qualcosa risuona in loro, qualcosa che è speranza: Cristina non è morta invano, rivive in ognuno di loro, nei loro sogni, nelle loro aspettative, nella loro costruzione del lavoro“.
“Quello che è passato è passato, – ha concluso – ma loro potranno veramente costruire una società più bella, più giusta, più sana, legale e libera”.
(Foto: web).
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