Carlo Feltre, storico esponente e consigliere comunale del centrosinistra, ha comunicato che “a far data da oggi” ha rassegnato le “dimissioni irrevocabili dal direttivo del circolo del Partito democratico di Conegliano per pesanti divergenze sulle scelte politiche fatte in occasione del ballottaggio per le elezioni amministrative di quest’anno”.
Non sono le uniche dimissioni arrivate in questi giorni in casa Pd: Alessandro Bortoluzzi, altra colonna portante del partito a Conegliano, ha fatto la medesima cosa sia dal direttivo che dal partito stesso, per motivi già noti (leggi l’articolo).
Dimissioni che Bortoluzzi dovrebbe comunicare in occasione della prossima seduta consiliare, quando saranno chiariti i vari gruppi politici in consiglio a Conegliano, confluendo di fatto nel gruppo misto.
Feltre ha dichiarato in una nota di non aver potuto condividere “la decisione di suggerire l’intenzione del voto per un candidato sindaco che i consiglieri del Partito democratico stesso avevano contribuito a far decadere, per assenza della maggioranza, solo dieci mesi fa, in nome di promesse di ruoli istituzionali che poi, tra l’altro, sono stati in gran parte disattesi”.
“Da far notare che l’endorsement è stato fatto per un sindaco che, mandato a casa per incapacità, ha rimesso 4 assessori uscenti su sette nella nuova giunta con una disinvoltura sconcertante – ha proseguito Feltre – Non ho potuto condividere la decisione del direttivo stesso di allearsi con una forza di centrodestra che, nel lungo periodo, da consigliere comunale ho contrastato politicamente con forza, dignità e competenza”.
“Non ho potuto condividere l’intromissione della segreteria provinciale in una trattativa diretta con il candidato sindaco, come evidenziato più volte da tutti gli organi di stampa, che prevedeva in cambio incarichi istituzionali – ha ribadito – Segnalo che questa decisione, dolorosissima dal punto di vista politico e personale, viene dopo aver servito il centrosinistra e i suoi valori in città, ora per il Partito democratico fin dalla sua esistenza 14 anni fa, ma prima ancora per le sue precedenti emanazioni politiche fino dal 1998, dopo 5 mandati da consigliere comunale, una candidatura a sindaco (nel 2002 battuto solo da Zambon) e una candidatura a presidente della Provincia di Treviso“.
“Preciso che queste dimissioni nulla hanno di personale, ma rappresentano uno scoglio politico insormontabile per un matrimonio che, citando Manzoni, non s’aveva da fare – ha concluso – Me ne vado con la testa alta e con la schiena dritta, come mi è usuale nella vita e in politica, dove è obbligatorio pensare all’intera comunità e non solo alla propria visibilità”.
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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