Come sarà il futuro di Conegliano? La visione della città tra dieci anni di Fabio Chies, Alessandro Bortoluzzi e Floriano Zambon


In questo periodo colmo di incertezze portate dalla pandemia, sono inevitabili i quesiti sul futuro del territorio, soprattutto sotto quello che è il profilo economico.

La crisi finanziaria in atto è stata acuita dalla crisi sanitaria che il Covid-19 ha scatenato a livello globale, provocando svariate ricadute dal punto di vista sociale, emotivo e, per l’appunto, economico.

Una condizione sulla quale si stanno susseguendo riflessioni e interrogativi a livello mondiale: alla luce di ciò, quale sarà l’immagine del futuro di Conegliano e come si presenterà la città del Cima tra dieci anni?

Alessandro Bortoluzzi, Fabio Chies e Floriano Zambon, in occasione di una precedente intervista, avevano già esposto quella che era la propria immagine della città, nutrita in questi anni di impegno politico (vedi articolo).

Oltre a ciò, sono state messe a confronto anche le loro opinioni su quella che potrebbe essere l’immagine futura della città.

“Io penso che prima di tutto serva un cambio di mentalità”: così ha esordito Alessandro Bortoluzzi del Partito democratico, il quale ha spiegato come ora, a suo dire, serva fare un lavoro capillare, per porre le basi per il futuro della città.

“La città va rilanciata e di positivo c’è la presenza di un tessuto imprenditoriale vivo e al passo con i tempi – ha spiegato Bortoluzzi – Servono idee innovative, delle nuove proposte, un cambio di mentalità ma, soprattutto, è necessario ascoltare la gente”.

Riprendere in mano la carte del Patrimonio Unesco, invece, è ciò che serve al territorio e alla città di Conegliano secondo l’ex sindaco di Forza Italia Fabio Chies: “Io credo che per vincere le grandi sfide del futuro sia necessario riprendere il mano il percorso del Patrimonio Unesco, che la pandemia ha posticipato”.

“Per fare un passo in avanti credo si debbano mettere insieme varie forze, – ha proseguito Fabio Chies – per poter ripartire quanto prima, iniziando dal turismo”.

“Valorizzare le varie componenti della città, di cui l’Unesco è quella più significativa”, è quanto indicato da Floriano Zambon, anch’egli con un passato da primo cittadino: “La trasformazione è già in atto e credo che per il futuro Conegliano debba diventare una città ‘slow’, meno frenetica, dove emergano le potenzialità dei suoi luoghi poco conosciuti”.

“La città deve recuperare la propria identità – ha concluso Zambon – e il completamento della pedemontana sicuramente andrà a cambiare quelli che sono gli equilibri”.

Tra le varie tematiche ancora rimaste aperte, c’è la questione dell’ex area Zanussi, ex area industriale per la quale sono stati numerosi i dibattiti su quella che dovrebbe essere la sua destinazione d’uso e le soluzioni da mettere in campo, per poter dare un volto nuovo a quell’area: anche su questo tema si sono espressi Chies, Bortoluzzi e Zambon all’interno di una videointervista disponibile la prossima settimana su Qdpnews.it.

(Foto e video: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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