Era scattata lo scorso autunno la protesta dell’associazione Fiab Liberalabici di Conegliano, dopo la tragedia avvenuta in via Lourdes che ha visto come vittima Francesco Vazzoleretto.
A distanza di tempo, l’associazione punta nuovamente i riflettori sulla condizione delle ciclabili di Conegliano e questa volta il mirino è rivolto contro la ciclabile di via Carpené, un percorso a loro dire discontinuo e ricco di interruzioni nocive per il ciclista in transito.
“La ciclabile di via Carpené – spiega Lucio Dal Pan di Liberalabici – è sistematicamente interrotta ogni 20 metri e si può dire che non abbia una fine. Ci sono tratti in cui la ciclabile si alterna dal lato sinistro a quello destro, per poi arrivare a via Lazzarin dove si interrompe”.
“Personalmente – prosegue Dal Pan – ho incontrato dei ciclisti tedeschi che erano disorientati da questa discontinuità. Per questo noi di Liberalabici abbiamo inviato una lettera indirizzata al Comune, dato che ora si sta discutendo del piano urbano del traffico, dove sostanzialmente chiediamo di istituire un tavolo periodico per affrontare tali problematiche: noi abbiamo le competenze per questa tematica“.
La lettera, datata 9 luglio, sostiene la volontà di “portare l’attenzione sulla mobilità urbana a Conegliano dove preponderante è ancora l’uso del mezzo motorizzato a sfavore degli altri modi attivi quali bicicletta e piedi”.
“Sul sito ufficiale del Comune, – prosegue la lettera – alla voce ‘mobilità debole’ si leggono i benefici, riguardanti la mobilità ciclabile. Rispetto ai 250 chilometri dello sviluppo stradale coneglianese, le infrastrutture dedicate alle biciclette sono irrisorie, inadeguate, discontinue, mal progettate, insicure, pericolose e in ogni caso inique, perché non consentono al cittadino ciclista la stessa libertà e sicurezza di movimento che ha l’automobilista. Per questo siamo sempre più convinti di chiedere il piano urbano per la mobilità ciclistica. Per definire azioni che incentivino l’uso della bicicletta casa-scuola e casa-lavoro, per rendere ciclabile la città: con zone 30 chilometri orari, moderazione del traffico, corsie ciclabili collegate tra loro che raggiungano la periferia e gli altri Comuni limitrofi, per estendere gli spazi destinati alla sosta, per contrastare il furto. Quanto richiesto è previsto nella legge dell’11 gennaio 2018 entrata in vigore a febbraio”.
La lettera aggiunge una seconda richiesta, ovvero quella di “aprire quanto prima un tavolo di confronto e collaborazione, nel quale siano rappresentati i poteri decisionali del Comune e Fiab Conegliano-Liberalabici possa mettere a disposizione tutta la sua conoscenza e competenza, anche grazie agli esperti dell’associazione nazionale, in materia di mobilità ciclistica”.
Delle richieste ben precise sono quelle avanzate dall’associazione coneglianese, la quale non pare scostarsi dal proposito di vedere un sistema ciclabile coneglianese migliorato. A tal proposito, lo stesso Dal Pan chiarisce ulteriormente la questione: “La concezione di ciclabile a Conegliano è totalmente sbagliata e se i percorsi devono essere fatti in questa maniera, come quello di via Carpené, a questo punto speriamo davvero che non ne facciano più di ciclabili”.
“Ricordiamoci – aggiunge Dal Pan – che le ciclabili nascono per impedire agli stessi ciclisti di ostacolare le macchine di passaggio. Noi continueremo con le proteste e vediamo quella che sarà la disponibilità dell’amministrazione”.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: Facebook, Liberalabici Conegliano).
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