Il consiglio parrocchiale e il consiglio Affari economici si riuniranno per decidere a proposito del destino della scuola dell’infanzia “Maria Immacolata” di Scomigo (frazione di Conegliano), ma pare che il destino della struttura sarà quello della chiusura nonostante l’impegno messo in campo dalla gente, con raccolte fondi e vendita di torte (un’anziana ha donato 350 euro).
L’impressione è emersa ieri sera, a seguito di una riunione organizzata nell’area Festeggiamenti Sant’Elena (a poca distanza dalla chiesa di Scomigo), dove la comunità si è fatta sentire: la maggioranza dei presenti si è espressa per la chiusura della scuola, anche se lo scarto tra chi, al contrario, voleva mantenerla aperta è stato davvero esiguo.
Comunità composta da chi non ha nascosto un certo attaccamento emotivo alla scuola parrocchiale, da 70 anni presente nel territorio, e altri che, nonostante il dispiacere di fronte all’eventualità di una chiusura, ha preso atto della penuria di bimbi (servirebbero altri 35 iscritti) e di fondi (servono tra i 70 e 80 mila euro per un altro anno scolastico, senza contare gli oltre 115mila euro di debiti da coprire), che nel tempo ha pesato sempre di più.
“Se chiude la scuola, poi c’è il rischio che lo stesso accada al bar e ad altri servizi – hanno detto dal pubblico -. Le scuole di periferia rimaste sono poche, teniamo aperta anche la nostra”.
Tra i problemi, anche la mancanza di maestre (al momento c’è una coordinatrice con un paio di aiutanti), ci sono infiltrazioni d’acqua in chiesa e nella sala parrocchiale. Inoltre, nella stessa scuola parrocchiale serve rifare l’impianto elettrico e fare una verifica sismica, interventi da sommare alla sistemazione degli scalini e dei giochi esterni. Manutenzioni necessarie anche per i bagni.
Problemi d’ordine pratico che si sommano a quelli economici i quali, secondo qualcuno in platea, sarebbero emersi già a ottobre 2019.
Secondo quanto riferito, infatti, dagli 80 bimbi del passato si è scesi a quota 24, senza contare quelle famiglie che hanno deciso di ritirare i figlioletti da scuola per esigenze personali e non solo.
Alla riunione, molto partecipata, erano presenti l’amministratore parrocchiale don Mirco Miotto, l’economo diocesano Alessandro Testa e Michele Matera, componente del consiglio Affari economici della parrocchia, i quali non hanno nascosto il loro orientamento per la chiusura, visti i problemi e le lacune pratiche presenti.
“Una comunità non si spegne con la chiusura della scuola” ha rassicurato don Mirco.
Presenti anche il sindaco della città Fabio Chies, l’assessore alla Pubblica istruzione Gianbruno Panizzutti, la consigliere di maggioranza Paola Chies e i consiglieri di minoranza Stefano Dugone (Libertà civica e popolare. Conegliano al centro) e Alessandro Bortoluzzi (Noi democratici).
“Bisogna ragionare sui numeri e avere un piano economico che abbia un senso”, le parole del primo cittadino, mentre i rappresentanti della parrocchia hanno ricordato come i tempi siano cambiati, vista la denatalità sempre più marcata. “Il problema è capire se c’è un futuro e che la scuola sia a norma” ha aggiunto Chies.
Dalla platea non sono mancate proposte per far vivere la scuola, come ad esempio la promozione di nuove attività di raccolta fondi e la creazione di una nuova forma di pubblicità attrattiva per la scuola. Altri hanno proposto il passaggio della scuola da parrocchiale a comunale, mentre c’è chi ha pensato all’idea di tenere chiusa la scuola un anno, in attesa di “recuperare” nuovi iscritti, così da poter riaprire definitivamente l’istituto.


Lettera di minacce alla coordinatrice della scuola
Tra le varie posizioni emerse non sono mancate le parole della coordinatrice della scuola, Melania Rossetto, la quale ha riferito di aver vissuto in prima persona non pochi problemi per questo tema: la donna ha ricevuto addirittura una lettera anonima di minacce.
“Durante l’anno scolastico 2023-2024 ho ricevuto una lettera anonima, dove si leggeva che avrei pagato per ogni errore commesso – ha raccontato, spiegando di essersi recata dai Carabinieri per presentare denuncia -. Quello che mi ha fatto ancora più male è il fatto di questo chiacchiericcio alle mie spalle: tra le maldicenze circolate, sono stata accusata di aver malmenato i bambini“.
“Potevano fare una petizione per mandarmi via, se i genitori non erano contenti del mio lavoro, ma non far circolare queste maldicenze – ha proseguito – Di fronte a tutto questo, io ho proseguito con il mio lavoro, mettendo al primo posto i bambini, che non hanno nulla a che fare con questa miseria. Al mattino chiudo il cancello e sto serenamente con i bambini”.
Intanto, alla riunione è intervenuto anche chi ha ritirato i propri figli dalla scuola: una mamma ha spiegato che la decisione è scattata sia per esigenze di carattere personale, ma anche per “mancanza di fiducia nei confronti della gestione” della struttura.
La signora ha riferito che non ci sarebbero state comunicazioni ufficiali in merito alle dimissioni di due maestre e della segretaria della scuola: “A ogni inizio anno scolastico veniva presentato il bilancio della scuola e si sapeva la situazione già a partire dalla fine della scorsa annata scolastica: perché non è stato fatta nessuna attività di raccolta fondi da fine maggio?”.
Intanto, la prossima settimana il consiglio pastorale e il consiglio degli Affari economici si riuniranno per confermare la decisione definitiva sulla scuola di Scomigo.
(Autore: Arianna Ceschin)
(Foto: Arianna Ceschin)
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