È la scuola enologica più antica e prestigiosa d’Italia che coniuga la formazione al mondo del lavoro, unendo la scuola al suo territorio.
Qui si sono formati alcuni tra gli enotecnici pionieri che nell’immediato secondo dopo guerra hanno rilanciato un territorio legandolo indissolubilmente al suo prodotto principe, dando vita ad aziende vitivinicole che hanno fatto la storia del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene.
Sacrifici, tanto lavoro e lungimiranza che oggi hanno permesso a queste terre di essere riconosciute sul piano internazionale come “paesaggio culturale” Patrimonio dell’umanità Unesco.
Al microfono di Qdpnews.it Maria Grazia Morgan, dirigente scolastico dell’Istituto Giovanni Battista Cerletti di Conegliano. È lei la nuova ospite del format di Qdpnews.it che sviluppa il pensiero e la visione di alcune personalità di spicco del territorio.
Nella video intervista condotta dal direttore responsabile Gianluca Renosto, spazio alle impressioni sullo stato dell’arte della scuola italiana, tra l’adeguatezza dell’offerta formativa e le esigenze del mondo del lavoro.
“Le novità introdotte nella scuola – spiega la dirigente Morgan – vanno nella direzione giusta: formare futuri lavoratori che siano qualificati nel settore di competenza, agroalimentare e vitivinicolo nel nostro caso. Il saper fare è fondamentale e ne abbiamo riscontro quotidianamente, i nostri ragazzi sono apprezzati e richiesti per stage e future assunzioni”.
Poi il passaggio sul rito dell’esperienza all’estero. “È fondamentale, se non indispensabile. Tra le quattro priorità dell’Istituto – aggiunge Maria Grazia Morgan – c’è il sostegno alla mobilità in uscita e in entrata, oltre allo sviluppo di tutti i progetti di cooperazione internazionale”.
Ma cosa significa, quindi, oggi, rappresentare una realtà di riferimento nazionale e internazionale come il Cerletti?
“Ho una grande responsabilità – sottolinea la preside – perchè è una macchina complessa con 300 dipendenti e circa 1.600 allievi. Una sede distaccata a Piavon di Oderzo, un’azienda agricola con 15 ettari di terreno, una cantina e una fattoria didattica. Oltre alle collaborazioni con l’università di Padova, con il Centro di ricerca per la viticoltura (Crea) e con Veneto Agricoltura”.
In chiusura la sfida di un futuro ormai prossimo: evolvere i percorsi di studi – “gestione del territorio” in particolare – guardando sì alla tradizione, ma innestando l’attenzione agli aspetti del paesaggio e dell’accoglienza in linea con il riconoscimento Unesco.
“Il nostro compito è formare professionalità – chiude la dirigente del Cerletti – che rispondano alle esigenze del territorio e alla sua vocazione. Qui i ragazzi troveranno delle risposte se vorranno investire il loro futuro in questa direzione”.
(Fonte: Gianluca Renosto © Qdpnews.it).
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