È stato il cortometraggio Khutaa ‘ab – Father’s Footsteps del regista siriano Mohamad W. Ali a ricevere sabato 23 Marzo, all’auditorium Santa Margherita di Venezia nell’ambito della XIV edizione del Ca’ Foscari Short Film Festival, il premio “Carpenè-Malvolti – Ca’ Foscari Menzione Speciale Historia Vitae” per la migliore sceneggiatura, istituito dall’Impresa e dedicato al fondatore Antonio Carpenè, riconosciuto come uno dei principali pionieri della cultura scientifica di fine Ottocento che contribuirono alla storia post unitaria del nostro Paese.
Il premio, che è stato consegnato da Domenico Scimone della Carpenè-Malvolti, consta di una scultura in legno in miniatura realizzata dall’artista Davide Marangon e raffigurante l’albero della vite, che la stessa Carpenè-Malvolti ha eletto a simbolo dei 5 premi internazionali destinati ogni anno alle nuove generazioni di Studenti.
“La Carpenè-Malvolti – ha commentato Domenico Scimone – è onorata di essere ancora una volta al fianco di Ca’ Foscari in questa importante kermesse. Anche quest’anno il livello dei progetti in concorso è stato molto alto e le tematiche proposte di grande qualità ed attualità. Anche in questa occasione, la partnership tra l’Impresa e la storica Università veneziana si è rinnovata nel segno dei valori fondanti che le accomunano, ponendo al centro il sostegno ad eventi ed iniziative culturali di alto livello soprattutto in relazione al coinvolgimento delle nuove Generazioni e riconoscendo ancora una volta a questa importante kermesse il merito di rappresentare un punto di riferimento per le Scuole di cinema di tutto il mondo nonché il primato di essere il primo festival cinematografico in Europa interamente concepito da una istituzione universitaria”.
L’edizione numero XIV del concorso internazionale ha selezionato, tra i circa 3.000 ricevuti 30 cortometraggi prodotti da Studenti di università e scuole di cinema di 28 paesi diversi, dalla Lituania all’India, dall’Iran alla Cina, dalla Siria al Bangladesh oltre ovviamente all’Italia; inoltre quest’anno il festival si è svolto in versione “diffusa”, sempre più integrato con la città di Venezia. Oltre alla storica sede dell’Auditorium Santa Margherita-Emanuele Severino, il festival ha portato le opere in programma in sei location differenti ed ha coinvolto nell’organizzazione e realizzazione oltre duecento Studenti volontari.
Il premio a Father’s Footsteps (29’26”) del regista siriano Mohamad W. Ali, appartenente al Satyajit Ray Film & Television Institute, è stato attribuito da una giuria tecnica composta da Domenico Scimone presidente, dallo scrittore Eduardo Fernando Varela e dal Founder & CEO di WeShort Alessandro Loprieno, con la seguente motivazione: “una riflessione molto commovente, con un’eccellente regia, un ottimo lavoro di recitazione ed una sceneggiatura solida, sulle difficoltà della vita quotidiana durante le guerre e sugli sforzi di una donna per proteggere la sua famiglia e sopravvivere. Rafforzare le relazioni umane diventa l’unico modo per superare gli effetti disgreganti dei conflitti”.
La sceneggiatura che ha ricevuto il riconoscimento tratta di come tra freddi muri di cemento, crivellati dai buchi della guerra in corso, una madre cerchi di proteggere suo figlio dalla perdita del padre e di tenerlo lontano dagli attacchi che infuriano all’esterno. Lasciata completamente a se stessa, cerca di incarnare allo stesso tempo oltre che se stessa anche la figura paterna, che presto svela i propri limiti.
Chi è Mohamad W. Ali – Regista siriano, laureato in comunicazione di massa presso l’Università di Damasco, che all’età di 24 anni, si è trasferito in India per iscriversi alla scuola di cinema di Satyajit Ray, dopo aver lavorato a numerosi documentari durante la guerra. Ali oggi dirige film sulla sua nativa Siria dall’India, come “The Memory Loop”, “Father’s Footsteps” e “Syrian Memories in India”. Le conoscenze tecniche avanzate e l’esperienza di vita acquisita durante la guerra, gli hanno conferito uno stile molto autentico nel raccontare storie; il suo principale obiettivo professionale è diventare un regista di lungometraggi per ritrarre la Siria in modo più autentico e onesto.
(Foto: Carpenè Malvolti).
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