Commosso ultimo saluto a Elena Agostoni: “Siamo sgomenti. Grande è ciò che ha seminato”

Tanto dolore oggi giovedì nella chiesa parrocchiale di Cusignana per l’ultimo saluto alla 55enne Elena Agostoni, deceduta domenica 28 aprile lungo il sentiero che da San Gaetano porta al Bosco delle Penne Mozze a Cison di Valmarino.

Tante persone – circa 300 – si sono strette attorno alle figlie Chiara e Fernanda, che piangono la madre insieme alla sorella Brandoria, al fratello Enrico, alla cognata Cristina, agli altri parenti, agli amici, ai colleghi di lavoro e a tutte le persone che le hanno voluto bene in vita.

Presenti in chiesa i primi cittadini di Giavera del Montello e Vedelago, Maurizio Cavallin e Giuseppe Romano, altri sindaci e amministratori pubblici dei Comuni nei quali Agostoni aveva lavorato o che avevano avuto l’opportunità di sperimentare la sua grande professionalità.

Agostoni, classe 1969, dal 1997 al 1999 era stata dipendente del Comune di Quinto di Treviso con profilo di istruttore amministrativo. Dal 1999 al 2022, invece, aveva lavorato nel Comune di Volpago del Montello, con profilo di istruttore direttivo, prima di passare in quello di Vedelago. Era inoltre coordinatrice dell’Unione di Comuni Marca Occidentale.

Era figlia del medico condotto Carlo Agostoni, vicesindaco e assessore alla sanità a Giavera del Montello durante i primi 10 anni da sindaco di Maurizio Cavallin, dal 1985 al 1995.

“Stava percorrendo un sentiero in montagna – ha detto il parroco don Dionisio Rossi durante la cerimonia funebre -, che tanto amava. Ammirava anche lei la natura, quando il destino l’ha rapita lasciando sgomente e atterrite le sue amiche e lasciando il vuoto nelle sue figlie. Questo mi ha commosso. Anche quanti avevano lavorato con lei sono rimasti sgomenti”.

“Lei era così delicata e riservata – continua -, non sembra vero quello che le è successo. Difficile vedere rapita la propria amica mentre si gode della natura. Ecco come viene polverizzata una carriera professionale condotta con generosità, oltre ai legami familiari (pensiamo alle figlie così legate alla madre). Per noi è una disgrazia e una sciagura”.

“Anch’io mi stavo allineando a questi pensieri – prosegue -, misurando la vita senza valutare la ricchezza di un’esistenza intensa che lascia una grande eredità. La vita è così fragile che può scomparire da un giorno all’altro. Ma noi siamo così attaccati agli affetti che, quando questo accade, ci sentiamo perduti”.

“Meditando – conclude – ho capito che il percorso al quale dobbiamo abituarci è un altro. I valori (amicizia, affetto, amore) restano e se la tragedia ci parla dell’insicurezza della nostra vita, ci dice anche che è grande ciò che Elena ha seminato. Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio. Elena rimane viva nel cuore di chi l’ha conosciuta e soprattutto di chi l’ha amata”.

Commoventi i ricordi delle amiche fatti alla fine del funerale, leggendo dei pensieri per onorare la sua memoria. Hanno ricordato la sua passione per lo studio, per i fiori, per l’arte, per la musica oltre al grande amore per le figlie, delle quali era orgogliosa.

Una delle figlie ha messo in luce l’umanità della loro madre, riportando tanti piccoli particolari e aneddoti del loro rapporto con lei. “Vorremmo tanto stringerla di nuovo“, ha detto la figlia alla fine del suo intervento.

Una parente, rivolgendosi alle persone presenti in chiesa, ha chiesto di non far mancare la propria vicinanza alle figlie in questo doloroso momento di prova.

(Foto: Qdpnews.it riproduzione riservata)
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