La figura del pastore con le sue pecore assume un significato particolare soprattutto in questo periodo, a pochi giorni dal Natale, essendo uno dei protagonisti del classico presepe.
Un’atmosfera della Natività che si è respirata nel pomeriggio di domenica, quando un pastore, passeggiando in compagnia di un bastone di legno e dei suoi cani, ha guidato il proprio gregge di pecore nel cisonese, passando anche per le frazioni di Gai e di Mura.
Un gregge che ha contato diversi esemplari di agnellini, catturando l’attenzione di chi transitava in quella zona e la meraviglia nel toccare da vicino una delle professioni che arrivano dal passato.
Nei tradizionali presepi natalizi, infatti, le figure più numerose sono proprio quelle dei pastori, i primi a essersi recati in adorazione di Gesù Bambino, ancor prima dell’arrivo dei Re Magi, e ad aver usato i propri strumenti per festeggiare la nascita di Gesù Bambino.
Da sempre simbolo di purezza e umiltà, dai pastori sono stati attribuiti dei tratti anche a San Giuseppe in ogni presepe: pur essendo un falegname, viene raffigurato con le vesti marroni e un lungo bastone usato per darsi sostegno nella lunga camminata. Un modo per sottolineare le umili origini di San Giuseppe.
Una passione, quella della transumanza, che è positiva “soprattutto quando c’è il bel tempo”, come ha spiegato il pastore, arrivato nel cisonese, ai curiosi che gli ponevano delle domande.
Una scena che, specialmente a Mura, ha suscitato alcuni ricordi, come ha raccontato Mirca Biz, residente del posto.
“Mi è venuta in mente l’immagine del pastore Angelo che, nei rigidi inverni, arrivava dal Trentino e dormiva sotto a un albero, in una tenda – ha spiegato Mirca Biz – Alla sera bussava alle porte delle case, per chiedere una minestra calda”.
(Fonte: Arianna Ceschin © Qdpnews.it).
(Foto: per concessione di Mirka Biz).
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