Risale al 4 giugno scorso il responso dell’esame autoptico che aveva stabilito la natura cardiaca della morte di Alessandro Sartor, deceduto il 30 maggio scorso davanti al bar Bakaro di Tovena, secondo la diagnosi a causa di un infarto (qui l’articolo).
Le indagini sono attualmente in corso e stando ad un’anticipazione della perizia del medico legale Alberto Furlanetto, pare che le condizioni di Sartor fossero così gravi che “uno sforzo emotivo troppo forte” avrebbe potuto avere incidenza sull’attacco cardiaco.
Le conclusioni di Furlanetto sarebbero al vaglio del sostituto procuratore Daniela Brunetti che coordina l’indagine dei Carabinieri e che coinvolge i fratelli Alberto e Francesco Stella, giovani imprenditori di Farra di Soligo difesi dall’avvocato Danilo Riponti, che erano finiti in cella con l’accusa di omicidio preterintenzionale.
E che vi erano rimasti fino all’autopsia che, cinque giorni dopo, aveva stabilito che Sartor fosse morto per “un’ischemia cardiaca acuta”. Per poi scandire la propria versione, a 18 giorni di distanza dalla tragica notte di Tovena, dichiarandosi innocenti ed estranei alla drammatica vicenda (qui l’articolo).
Elementi che sembrano essere confermati nella perizia nella quale il medico legale spiega anche che, nonostante la presenza di alcune contusioni: “Non c’è correlazione tra un gesto violento e la morte”.
(Fonte: redazione Qdpnews.it).
(Foto: archivio Qdpnews.it).
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