Una targa da locale storico per la Trattoria Bocca della Serra, inaugurata nel 1934. Flavio, il titolare: “Lo dedico ai signori Rossetto”

Ricorda bene il montebellunese Flavio Tessari, da otto anni proprietario della Trattoria Bocca della Serra maristoratore da oltre quaranta, quando da giovane passava da quel colmello di Cavaso del Tomba e si fermava dal signor Ugo Rossetto e dalla mamma Maria. Come documenta una fotografia dell’epoca, l’attività venne inaugurata nel 1934 e ieri sera è stata premiata con la targa di attività storica dall’amministrazione comunale e dalla delegazione Ascom Confcommercio di Asolo. Da quel periodo ai giorni nostri cambiarono tante cose, anche se, sedendosi su uno dei tavoli del terrazzo, l’atmosfera è quasi la stessa, così come è lo stesso il panorama sulle colline di Castelcies.

“Mi ricordo che da ragazzo venivo qui qualche volta – racconta il titolare – Era una vera trattoria, a tutti gli effetti: non c’era una grande varietà di piatti. Poche cose, ma buone e abbondanti. Ricordo che a fine serata sparecchiavano e ti lasciavano giocare a carte fino a tardi. Anche oggi qualche tavolata me lo chiede, forse ricordando i vecchi tempi”.

La trattoria, che si trova proprio all’incrocio della via che porta ai vari colmelli di Cavaso, nel cuore del percorso Arte Natura, è conosciuta per la tipicità del suo menù: è uno dei pochi posti dove ancora è possibile trovare la pasta e fagioli, la trippa, il baccalà, la sopa coada (che è solo su prenotazione), il coniglio e la faraona. Al sabato e la domenica, invece, spazio allo spiedo. Nonostante sia aperta solo dal giovedì alla domenica, la trattoria lavora moltissimo – “qualche volta quasi troppo” dice sottovoce Flavio – tanto che per avere un tavolo a cena nei fine settimana bisogna chiamare con un buon anticipo.

Fino agli anni Sessanta e anche oltre, i paesani erano soliti fermarsi alla locanda nel tardo pomeriggio, per passare un po’ di tempo in compagnia a giocare a carte e chiacchierare. La gestione di Ugo e di sua moglie Teresina, che abitavano proprio a fianco al locale, aveva dato ai clienti la possibilità di affittare anche delle camere: “A quel tempo chi si recava in montagna non faceva avanti e indietro in auto – spiega Flavio, – Il signor Ugo mi raccontava che a costo di ospitarli, metteva i materassi anche in corridoio, quasi fosse un bivacco. Questa targa è dedicata anche a loro, che hanno gestito quest’attività per tanti anni”.

Dopo di loro ci sono state altre gestioni, tra cui quella del pilota Luigino Medardo, prima che Tessari nel 2015 decidesse di prendere in mano quel ristorante sulla collina che ricordava con nostalgia: “Avevo subito fatto amicizia con il signor Ugo. Aveva voluto anche lui una traversa del ristorante: lasciava che gli ospiti parcheggiassero sul suo vialetto e se ne stava all’ingresso per accoglierli. Mi è dispiaciuto tanto quando è mancato”.

“Senza collaboratori fidati sarebbe impossibile mandarlo avanti – spiega il titolare, che negli anni ha acquisito l’immobile e che lo sta sistemando – io ho la signora Erminia, con sua figlia, che rappresentano un po’ il futuro di quest’attività, poi ci sono Carlo, Marco e delle altre brave ragazze che aiutano nei fine settimana. Sarà sempre più difficile trovare personale, questo è sicuro: mi ricordo quando avevo la gestione della trattoria Le Rive a Onigo e il sabato sera eravamo pieni di studenti universitari”.

“Mi chiedono: Flavio perché non apri anche al mattino, o a pranzo durante la settimana? E la risposta è che io non posso chiedere di fare di più ai collaboratori. L’unica cosa che posso fare è accettare le richieste delle cene su prenotazione, che mi consentono di organizzarmi un po’ meglio”. Non a caso, la trattoria è anche uno dei ristoranti preferiti dalle associazioni di caccia, per le cene a base di selvaggina locale.

Oggi i colmelli di Cavaso del Tomba sono particolarmente frequentati dai viaggiatori, specialmente quelli a due ruote, e con le iniziative legate al turismo slow sulle colline venete il futuro della trattoria potrebbe mirare a un ulteriore sviluppo, pur senza perdere i valori che ha mantenuto. Alla consegna della targa della Regione Veneto ieri sera, giovedì 4 maggio, hanno voluto essere presenti con un brindisi anche il sindaco Gino Rugolo, l’assessore Michele Cortesia e il presidente Daniele Menegazzo e Christian Brugnaro di Ascom Confcommercio. “È un pregio per il territorio che esistano locali ancora funzionanti dopo così tanti anni e questo riconoscimento è un contributo doveroso per la loro valorizzazione”.

(Foto: Qdpnews.it © riproduzione riservata).
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